giovedì 3 novembre 2016

NIKON FE-2





La Nikon FE-2 è stata introdotta sul mercato fotografico nel 1978; a qul'epoca sostituiva la Nikon EL-2 e le nikkormat EL, rispetto alle quali proponeva numerose varianti sia di ordine estetico che puramente tecnico.
Dopo più di cinque anni cioè agli inizi dell' 83 ecco un nuovo modello, la Nikon FE-2, che però non si discosta molto dall'apparecchio che l'ha preceduta e anzi ne ricalca talmente l'aspetto, che a prima vista i due apparecchi potrebbero essere confusi, l'uno con l'altro.
La Nikon FE-2 infatti si riconosce sopratutto per la scritta FE-2 che compare nel frontale in alto a sinistra, mentre sia la disposizione generale dei comandi che le dimensioni sono rimaste invariate.
Solo il peso è leggermente cambiato: la FE-2 è circa 40 g più leggera del precedente modello.
Anche se a prima vista potrebbe non sembrare, sono cambiate parecchie cose e le differenze, a volte un po più evidenti e a volte un pò più nascoste, sono comunque tali da giustificare la nascita di un nuovo apparecchio che sostituisce il primo dopo circa 5 anni; un periodo di tempo piuttosto lungo se si considera il continuo fermento che c'è nel settore delle macchine fotografiche.
La Nikon FE-2 è disponibile sia cromata che nella versione nera.




La disposizione dei comandi è tradizionale e l'impugnabilità dell'apparecchio è molto buona, con i vari comandi che cadono abbastanza razionalmente sotto alle dita giuste.
Sul lato destro, impugnando l'apparecchio come per fotografare, abbiamo la leva di carica dalla linea errotondata, caraterizzata da una corsa breve che può essere effetuata con un unica rotazione di 140°; la stessa leva, quando è sistemata in posizione di riposo, cioè accostata al corpo dell'apparecchio, serve anche per bloccare il pulsante di scatto e prevenire scatti accidentali.
In posizione di lavoro sporge di 30° dal corpo macchina.
Vicino alla leva di carica è visibile una piccola levetta che di solito passa inosservata: spostandola verso il basso blocca il sistema di trascinamento cosicché azionando la leva di carica, è possibile armare l'otturatore senza spostare neanche un po la pellicola; si tratta di una comodità destinata a quei pochi che amano fare le doppie esposizioni in fase di ripresa.
 un po più in su si trova la finestra del conta fotogrammi con numeri ben leggibili, tutti bianchi ad accezione di 1-12-24-36 che invece sono rossi e stanno ad indicare i limiti di lunghezza delle varie pellicole disponibili.
Leggermente spostato sulla sinistra, in posizione molto avanzata , si trova il pulsante di scatto che è di tipo meccanico e richiede una pressione di 350 g per far partire l'otturatore; uno sforzo minore,circa 200 g basta invece per mettere in funzione l'esposimetro che, dopo la presione sul pulsante di scatto, rimane attivato per 15 secondi poi si spegne automaticamente per evitare innutili sprechi di energia elettrica delle pile di alimentazione.
Sulla sommità del pentaprisma vi è la slitta portaflash con i suoi vari contatti elettrici per lo scambio di informazioni da e per la fotocamera, quando si uttilizzano dei lampeggiatori dedicati.
Dall'altro lato del pentaprisma si trova il solito manettino per il riavvolgimento della pellicola, con disposta coassialmente, la ghiera per impostare la sensibilità del film, che serve anche come correttore fisso d'esposizione.
Il manettino di riavvolgimento quando viene sollevato serve anche per l'appertura dell' apparecchiamo, come è oramai abitudine in casa Nikon, vi è un blocco di sicurezza per prevenire apperture accidentali, cosi che per sollevarlo è necessario ruotare in senso antiorario una piccola levetta sistemata coassialmente al manettino stesso.



IL FRONTALE dell'apparecchio è molto pulito e privo di troppi comandi: sul lato sinistro (osservandolo di fronte) si trova solo la levetta dell'autoscatto e quella per il controllo della profondità di campo, mentre sulla destra rispetto al bocchettone porta ottiche, sono visibili solo il pulsante di sblocco delle ottiche e, più in alto, la presa di sincronizzazione del cavetto del flash.
Questa presa è protetta da un tappo a vite che regolarmente si perde o ci si dimentica da qualche parte.





Sul fondo della fotocamera sono ben visibili la presa di forza del winner, i relativi contatti per i gollegamenti elettrici, l'alloggiamento delle batterie, la presa filettata per il cavalletto e il pulsantino per lo sblocco della pellicola.







IL DORSO è asportabile, per montare un dorso data, ed è dotato di una ampia taschina promemoria in cui inserire il talloncino della pellicola che si sta usando.






IL MIRINO è abbastanza luminoso e ben informato pur senza risultare troppo affollato; sulla sinistra è visibile la scala dei tempi di posa, che si trova situata immediatamente al di fuori dai limiti del campo inquadrato, sulla quale scorrono due indicatori mobili: uno verde si sposata in relazione alla ghiera dei tempi, mentre l'altro è un semplice ago che fornisce le indicazioni dell'esposimetro.
Nell'uso in automatismo l'indicatore verde staziona sulla lettera A.
Mentre l'ago indica il tempo di posa impostato dal computerdell'apparecchio; nell'uso in manuale invece indica il tempo raccomandato dall'esposimetro ed è necessario che l'indicatore verde vada a coincidere con esso per poter raggiungere l'esposizione corretta.
Naturalmente l'esposimetro della FE 2 effetua la misurazione della luce ambiente con il diaframma alla massima apertura e risulta accoppiato sia con la scala dei diaframmi che con quella dei tempi.
In alto, un po fuori dai limiti del campo inquadrato, è visibile il valore impostato sulla ghiera del diaframma, che viene letto direttamente sull'obiettivo da un periscopio e relattiva finestrella che si apre nella parte anteriore bassa del pentaprisma.
Questo sistema evita le soffisticazione elettroniche a cui sono ricorsi altri fabbricanti di macchine fotografiche, però presenta un inconvegnente: in condizioni di luce appena scarsa il diaframma non risulta praticamente più leggibile.
A differenza della Nikon FE la FE2 è dotata di un segnale che indica l'ventuale inserimento del correttore fisso di esposizione.
Questa volta infatti il segnale c'è ed è costituito da un indicatore luminoso con i simboli +/-, ben visibile sulla destra, che si accende ogni volta che viene attivato l'esposimetro se il corettore si trova su una posizione diversa da zero.
Lo schermo di messa a fuoco è abbastanza luminoso ed è caratterizzato da una lente di Fresnel molto sottile che fornisce una luminosità molto uniforme sino ai bordi estremi del campo inquadrato; anche la messa a fuoco non crea problemi, comunque essa viene facilitata dalla presenza del solito telemetro ad immagine spezzata (con taglio orizzontale) circondato da una corona di mcroprismi molto sottili.
LO SCHERMO di messa a fuoco è intercambiabile con altri e l'operazione avviene con molta facilità senza dover ricorrere a strumenti particolari ( la sostituzione può essere sffetuata facilmente con le dita) però gli schermi disponibili sono solamente altri due, oltre a quello standard che viene montato di serie sull'apparecchio.
Il campo effettivamente visibile nel mirino corrisponde all'83% dell'immagine che realmente si forma sulla pellicola; Questo valore si discosta sensibilmente dal valore dichiarato dal fabricante nelle caratteristiche teccniche dell'apparecchio (93% del campo inquadrato).



La leva di carica viene azionata con un movimento unico di 140° non è possibile l'avanzamento a piccoli spostamenti consecutivi. In posizione di lavoro la leva sporge di 40°, mentre quando è accostata al corpo macchina blocca automaticamente il pulsante di scatto.




La ghiera dei tempi è azionabile con una certa facilità e serve per impostare, oltre ai vari tempi di posa in manuale, anche l'automatismo a priorità dei diaframmi.
Le varie posizioni sono dotate di fermi a scatto, mentre su A vi è un blocco di sicurezza che richiede la pressione del pulsantino al centro.





La leva della sensibilità è coassiale con il manettino per il riavvolgimento della pellicola; questa ghiera serve anche come corettore fisso dell'esposizione ma per impostarlo è necessario premere il pulsantino prima di ruotare la ghiera.





L'autoscatto è di tipo meccanico e consente un rittardo da 3 a 9 secondi; la levetta dell'autoscatto stesso se premuta verso il bocchettone porta ottiche serve a mettere in funzione il blocco della memoria esposimetrica.





Attraverso questa finestrella nella parte frontale del pentaprisma è possibile vedere, direttamente nel mirino, il valore del diaframma impostato. Questo valore, reso visibile da una specie di periscopio all'interno del pentaprisma, diventa però illeggibile in condizioni di illuminazione scarsa.





La profondità di campo può essere rilevata tramite i riferimenti incisi sulla scala di messa a fuoco dell'obiettivo, oppure direttamente nel mirino premendo questa levetta, che provoca la chiusura momentanea del diaframma del valore impostato.





La sincronizzazione con il lampeggiatore può avvenire tramite il contatto caldo o inserendo il cavetto in questa presa dotata di un coperchio a vite che, regolarmente, viene smarrito.




Per sbloccare e togliere un obiettivo è necessario premere questo pulsante e ruotare poi l'obiettivo in senso orario; questa è una caratteristica Nikon, visto che in tutti gli altri casi per togliere l'obiettivo è necessario ruotarlo in senso inverso.





Per alimentazione sono necessarie due pile da 1,5 volt alloggiate sul fondo.





Questo è l'aspetto esteriore del nuovo e velocissimo otturatore di cui è dotata la Nikon FE2.
Ha le tendine in titanio e permette di scattare fino a 1/4000 di secondo, oltre a sincronizzare il flash elettronico con il brevissimo tempo di 1/250 di secondo.









CONCLUSIONI traendo le somme, si puo tranquillamente dire che la Nikon FE2 è una fotocamera automatica e manuale piuttosto tradizionale sia come impostazione generale che per la maggior parte delle soluzioni teccniche adottate, che comunque vanta un otturatore molto raffinato ( probabilmente il più evoluto tra quelli attualmente esistenti ) e una considerevole precisione dell'esposimetro. Si tratta quindi di una fotocamera di buon livello che però anche in questo caso, come successe a suo tempo con la FE il prezzo è troppo alto ( 750.000 lire con obiettivo 50mm f/1.8 serie E).











(Fonte tratta da rivista originale dell'epoca)


(Le fotografie sono coperte da diritti d'autore, se ne vieta l'uso senza n'autorizzazione dell'autore stesso)



Nessun commento:

Posta un commento