domenica 26 novembre 2017

LA SORELLA DELLA NIKON F



TEST DELLA NIKKORMAT FTn
Articolo uscito nel Dicembre 1969



Venuta dopo la Nikkormat FT, che si differenzia dall'atuale per il sistema dell'esposimetro, la FTn è un apparecchio che si impone sul mercato mondiale grazie alle sue caratteristiche che ne fanno un apparecchio di classe pur avendo qualcosa in meno della classica Nikon F.
Tre i punti in comune: l'ottica, l'esposimetro e la qualità.
Rispetto alla Nikon, la FTn non permette il cambio del pentaprisma, dello schermo di messa a fuoco e del dorso motore: pertanto per chi non ha alcuna necessità di effettuare riprese motorizzate e cambiare mirini o lenti di messa a fuoco, la Nikormat FTn è l'aparecchio che sostituisce degnamente la Nikon F che resta, comunque, un aparecchio totalmente differente.
Vediamola dunque più da vicino.
Iniziamo, come al solito, dalla parte superiore della fotocamera:


Troviamo dunque il grosso bottone di riavvolgimento munito di una comoda manovella estraibile.
Subito dopo una finestrella attraverso la quale è possibile effetuare la regolazione dell'esposizione senza la necessità di traguardare attraverso il mirino.
Troviamo poi la cassa del pentaprisma, il pulsante per il controllo visivo della profondità di campo, il contafotogrammi ad azzeramento automatico, il pulsante di scatto provvisto di un bordo rilevato che impedisce gli scatti accidentali e la leva di carica che serve anche quale interruttore per l'esposimetro.


Il frontale, molto semplice, raggruppa la leva dell'autoscatto, il selettore dei tempi, il perno per l'accoppiamento dell'esposimetro all'obiettivo, il pulsante di blocco dello specchio e quello per il disinnnesto degli obiettivi.





Sul fondo della fotocamera, il pulsante per lo sblocco del rocchetto di trascinamento, la filettatura per il treppiede ed il vano porta batteria.



Sul lato sinistro, infine, la doppia presa per la sincronizzazione con il lampo.

L'OTTURATORE


L'otturatore della Nikkormat FTn è un Copal Square S, prodotto in grande serie anche per conto della Nippon Kogaku.
La sua caratteristica principale è quella di possedere 6 lamelle (contro le 4 del modello precedente) a scorrimento verticale. Il rumore prodotto dallo scatto non è paragonabile a quello della Nikon F, notevolmente più silenziosa, ma è comunque alquanto contenuto.
I vantaggi dell'otturatore Copal Square S sono ormai conosciutissimi: è infatti l'unico otturatore (a tendina) a consentire la sincronizzazione del lampo elettronico con tutti i tempi da 1" a 1/125° di secondo. (compreso).
Per le lampade M e FP si possono usare tutti i tempi a disposizione.
In altre parole, con il Copal Square S, ci si sta avvicinando alle possibilità offerte dall'otturatore centrale, alle quali vanno aggiunte quelle proprie di questo tipo di otturatore.
La variazione dei tempi, nella Nikkormat FTn, si esegue con lo spostamento dell'apposita leva collegata ad un grosso anello coassiale con l'innesto delle ottiche.


Questa disposizione, dettata dalle caratteristiche dell'otturatore stesso, può essere a prima vista un pò scomoda ma ben presto ci si fa l'abitudine:anche guardando attraverso il mi rino si ha la possibilità di cambiare il tempo dal momento che questo appare nel mirino stesso tra quello superiore e quello inferiore.
L'unico inconveniente è che nelle posizioni di 1/8 e di 1/15 di sec., la levetta per lo spostamento dell'anello va a coprire, anche se in modo parziale, il pulsante per il cambio delle ottiche: basta comunque passare su un altro tempo ed efettuare con assoluta tranquillità questa operazione.
Tabella comparativa dei tempi di otturazione:


Come avete visto da questi indici, anche questa volta ci siamo trovati di fronte ad un aparecchio perfetto dal punto di vista dell'otturatore.
La lettura dei tempi effettivi è stata effettuata dopo 7500 scatti circa.Un'altra, quando l'aparecchio aveva 4000 scatti, ha dato risultati pressoché identici salvo qualche lievissima differenza riscontrabile anchwe facendo scattare l'otturatore per due volte allo stesso tempo.

L'ESPOSIMETRO

L'innovazione più importante, rispetto al primo modello della Nikkormat, è costituita dal diverso sistema di orientamento delle cellule che si trovano all'interno del mirino: esse sono rivolte verso il pentaprisma e danno una lettura dell'esposizione, SEMI-SPOT. In altre parole le due cellule sono maggiormente influenzate (per il 60%) dalla parte centrale dell'inquadratura che solitamente "racchiude" il soggetto principale.
Comunemente basta effettuare la lettura inquadrando nel cerchio che circonda la zona micriprismatica il soggetto e poi, eventualmente, variare l'angolazione dell'aparecchio onde raggiungere il migiore risultato "compositivo".
Il sistema funziona ancora bene in casi di leggero controluce; in casi estremi, i responsi dell'esposimetro vanno integrati con un pò di logica, semmai avvicinandosi al soggetto principale per effettuare una lettura più precisa. Per la lettura dell'esposizione le operazioni da compiere dopo aver impostato la sensibilità della pellicola sono le seguenti: portare la leva di carica in posizione di lavoro sino a scoprire il punto rosso, inquadrare nel cerchio (diametro 12 mm) il soggetto principale, e variare il tempo di esposizione o/e il diaframma fino a che la lancetta non si arresti tra le due << C >> visibili all'interno del mirino.Il riferimento superiore è marcato, nella zona alta, dal segno meno (-) mentre quello inferiore dal segno più (+): ciò avverte l'operatore di un eventuale sotto o sovra esposizione.
Nella parte bassa dell'inquadratura, nella zona oscura, può esser letto anche il tempo d'esposizione impostato: questo è segnato in bianco mentre quello precedente e quello posteriore sono in giallo. Nel caso d'impostazione del 1000° di sec. appare sulla destra (in giallo) il 500° mentre alla sinistra un piccolo rombo di uguale colore. Lo stesso è per la B: alla sua sinistra il tempo 1" ed alla destra un altro rombo, entrambi gialli.
L'ago ha un movimento preciso e veloce, senza incertezze. Grazie al sistema di misurazione a tutta appertura esso rimane sempre visibile anche in casi di scarsa illuminazione.
Qualora non si volesse usare, per una qualunque ragione, il mirino per la detterminazione dell'esposizione, si può ricorrere all'ago supplementare posto di fianco alla manovella di riavvolgimento. Basta far coincidere l'ago con il centro del cerchietto che vi è segnato per essere sicuri di una perfetta regolazione.
La cosa che ci ha più colpito è stata l'ottima << schermatura >> contro le luci parassite provenienti dall'oculare del mirino: anche effetuando la lettura con una sorgente di illuminazione rivolta verso l'oculare, non si riscontrano forti variazioni dell'esposizione.
E' bene, comunque, in casi critici, coprire anche con la mano l'oculare in modo da essere più che sicuri dell'esattezza della lettura.




L'ACCOPPIAMENTO DEGLI OBIETTIVI ALL'ESPOSIMETRO


Con la Nikkormat FTn non è più necessario riportare sull'aposita scala la luminosità massima dell'obiettivo montato. Quest'operazione avvine ora semiautomaticamente: prima di ogni cosa il perno d'accoppiamento montato sulla fotocamera dev'essere spostato (tenendo l'aparecchio << di faccia >>) tutto sulla destra. Una volta regolato il diaframma 5.6, l'obiettivo può essere montato sull'apparecchio. Con una breve rotazione l'ottica è fissata alla fotocamera mentre l'esposimetro non è stato ancora predisposto: per fare ciò occorre ruotare la ghiera dei diaframmi fino alla minima appertura e poi nuovamente fino alla massima. Con questa operazione semplicissima si può dare inizio alla misurazione; in ogni caso è bene controllare che sulla scala degli accoppiamenti (sul bocchettone d'innesto dell'ottica) l'indice sia portato in corrispondenza della luminosità massima dell'obiettivo usato.
Senza queste semplici operazioni l'esposimetro darebbe dei responsi errati con logiche conseguenze negative per il risultato finale.



IL MIRINO

Ottimo il mirino di questa fotocamera: il prisma non intercambiabile è una delle caratteristiche che distinguono la Nikkormat FTn dalla Nikon F notoriamente componibile. Al pentaprisma fisso è comunque possibile adattare il mirino angolare e l'oculare ingranditore per la messa a fuoco critica. Lo schermo di messa a fuoco è notevolmente luminoso ed è coperto da una serie di anelli (fresnel) ravvicinati tanto da essere praticamente invisibili con l'obiettivo alla massima appertura; essi risultano appena percettibili premendo il pulsante per il controllo della profondità di campo.
Al centro c'è una piccola area microprismatica, veramente molto efficiente, circondata da un anello del diametro di 12mm corrispndenti all'area semi-spot nella quale è preferibile far entrare  il soggetto principale durante la misurazione della luce. Oltre a ciò sono visibili i riferimenti per la detterminazione dell'esposizione ed i tempi d'otturazione dei quali abbiamo già parlato.



GLI OBIETTIVI


Gli obiettivi Nikkor, e lo saprete già tutti, sono atualmente considerati tra i migliori presenti sul mercato mondiale. 
Anche in una grande famiglia come quella dei Nikkor c'è qualche pecora grigia: non nera in quanto anche gli opbiettivi meno interessanti denotano una buona qualità. In ogni caso ben presto vedremo quali sono gli obiettivi ottimi e quelli buoni. Atualmente l'intero corredo Nikkor comprende ben 34 obiettivi con lunghezze focali dal 6,2 mm (fish eye da 220°) al 2000mm che attualmente si trova in fase di ridisegnazione. Di questi 34 obiettivi 20 sono dotati, oltre che del diaframma automatico, presente anche su altri obiettivi, della forcellina per l'accoppiamento con il simulatore dell'esposimetro.
Molto interessante poi la possibilità, per 16 dei 34 obiettivi, di usare dei filtri o comunque degli accessori ottici dello stesso diametro (52mm). Praticamente questo diametro è adottato da tutte le ottiche dal 24mm al 200mm.
Ed ora due piccoli problemi di diaframma: con la Nikkormat FTn non è possibile usare il diaframma 32 (per gli obiettivi che ne sono provvisti) in accoppiamento con il simulatore del diaframma: è bene pertanto disinserire l'automatismo per la misurazione a tutta appertura e procedere con la misurazione stop-down in tuti quei casi si renda necessario l'uso di questa piccola appertura.
Ugual problema sorge con il Micro-Nikkor 55mm: quest'obiettivo, alle brevi distanze, autoregola il suo diaframma in base alla messa a fuoco; ciò non può essere saputo dall'esposimetro per cui, anche in questo caso è preferibile la lettura dell'esposizione con il diaframma chiuso sul valore reale.



LE ALTRE CARATTERISTICHE


La leva di carica, ben dimensionata, avanza un fotogramma, carica l'otturatore ed il contafotogrammi in un'unica rotazione di 155°: non è possibile il caricamento additivo.
Il pulsante per il blocco dello specchio può essere azionato indifferentemente ad otturatore carico o scarico ed, a differenza della Nikon F, esso scatta subito verso l'alto appena spinto il pulsante verso il basso.
Il controllo visivo della profondità di campo si effetua premendo l'apposito pulsante disposto sul lato destro del pentaprisma: L'operazione è molto semplice ed avviene in modo naturale senza distogliersi delle altre operazioni; basta spostare il dito indice dal pulsante di scatto a quello sulla sua sinistra.



GLI ACCESSORI

Pressoché tutti gli accessori della Nikon F possono essere usati sulla Nikkormat FTn: fanno eccezione i mirini, gli schermi di messa a fuoco, i dorsi-motore con i relativi accessori e qualche particolare pezzo espressamente studiato per l'impiego con la Nikon F che ha oramai superato il decimo anno di vita.
Malgrado ciò la Nikkormat FTn ha a sua disposizione un corredo di accessori veramente invidiabile.





















mercoledì 19 luglio 2017

LA NUOVA NIKON F2 PHOTOMIC




Dopo dodici anni arriva la nuova Nikon.
Nuova all'interno, e incredibilmente simile alla precedente nella linea esterna e nelle basilari soluzioni tecniche.

                             






La prima grande scelta adottata dai tecnici della Nikon, è stata quella di mantenere invariato l'innesto degli obiettivi ed il relativo accoppiamento esterno con l'esposimetro Photomic. I motivi di una scelta così importante che da sola condiziona tutto il resto dell'aparecchio sono facilmente intuibili. E' chiaro infatti che i dirigenti hanno avuto presente, nel momento di prendere la decisione, tutti quei fotografi che già possiedono un corredo di obiettivi Nikkor e non se la sono sentiti di buttarli a mare con tutti i soldi che avevano speso. Si può ben immaginare quale sarebbe stata la reazione dei fedeli clienti che per anni avevano seguito la stabile linea della casa Giapponese. Quindi, anche se dettata da puri fini commerciali, la decisione di continuare con gli stessi obiettivi va a tutto vantaggio dei fotografi e soprattutto di coloro che già possiedono attrezzatura Nikon. Questo atto di amore verso i vecchi clienti a richiesto non pochi sacrifici, e primo fra tutti, quello di dover mantenere un sistema di lettura della luce attraverso l'obiettivo strettamente legato all'intramontabile Photomic, che come molti sanno, è un pentaprisma intercambiabile all'interno del quale è sistemato l'esposimetro che legge la luce proveniente dall'obiettivo. In sostanza la Nikon sembra aver ormai definitivamente adottato quella che per anni è stata da molti considerata una soluzione provvisoria rinunziando a produrre un corpo macchina all'interno del quale fosse alloggiato l'esposimetro TTL. Lo svantaggio di questa soluzione consiste soprattutto nell'ingombro del Photomic che, a dispetto delle 5 edizioni fin qui sviluppate, rimane sempre notevole. Nell'ultima soluzione adottata pe la Nikon F2 il Photomic (che in questo caso si chiama DP-1) è di dimensioni ancora più ridotte poichè le batterie sono state spostate all'interno del corpo macchina, ma infondo il suo peso è di soli 50g inferiore al precedente Photomic FTn e le dimensioni esterne non sono mutate di gran che essendo stato solo smussato l'angolo che si opponeva alla leva di riavvolgimento della pellicola ed eliminato il vano in cui erano alloggiate le batterie. Queste d'altra parte occupano il loro spazio all'interno del corpo macchina per cui l'intero complesso corpoPotomic pesa 30g in più della Nikon F. Tutto questo per dire che l'apparente alleggerimento dell'aparecchio è dovuto ad un accurato design che ha saputo intelligentemente smussare gli angoli e rendere il tutto più slanciato. Visto che ci siamo trovati a parlare del nuovo Photomic vediamo di descriverlo più particolareggiatamente. Come abbiamo detto la linea è più slanciata e l'ingombro ridotto. La massima appertura dell'obiettivo in uso si imposta facilmente con un solo movimento della ghiera dei diaframmi. E' importante notare come sia finalmente sparito quel fastidioso blocco che portava la ghiera dei diaframmi ad irrigidire notevolmente la sua corsa in corrispondenza dei valori centrali. Una finestrella posta sul frontale indica chiaramente la massima appertura registrata dall'asposimetro e quindi rende molto agevole il controllo. L'interno del Photomic DP-1 è praticamente identico da un punto di vista ottico e l'unica differenza sostanziale è rappresentata da una notevole estensione del campo d'azione verso la zona dei tempi lunghi. Approposito delle pile è interessante notare come siano state adottate delle nuove batterie all'argento che, a detta degli esperti, sono destinate a sostituire in breve tempo quelle al mercurio le quali sono molto più sicure e soprattutto resistenti alle basse temperature. Per ora queste batterie sono acquistate dalla Nikon presso la fabbrica Giapponese Yuasa e verranno distribuite in Italia e negli altri paesi dai rispettivi agenti Nikon. Si conta comunque che nel giro di poco tempo tutte le grandi case fabbricanti di batterie avranno nella loro produzione questo nuovo modello.
Nel mirino del Photomic DP-1 si leggono, in basso a destra il tempo di scatto e il diaframma impostato sull'apparecchio, disposti ai lati della finestrella nella quale si centra l'ago dell'esposimetro. Queste indicazioni hanno la fastidiosa tendenza a sparire dal quadro non appena l'occhio del fotografo si sposta dall'asse centrale del fotogramma. Questo inconveniente si nota soprattutto quando si impugna l'apparecchio in senso verticale. Basta comunque un po di pratica per porvi rimedio.
Nuovo è anche il sistema di aggancio del Photomic DP-1. La evidentissima e lunga levetta posta latteralmente è stata infatti sostituita con un'altra molto corta che si aziona spingendo dall'alto verso il basso. Anche se asteticamente più piacevole questa soluzione è meno comoda e pratica perche una volta sganciato il Photomic questo non resta saldamente trattenuto in mano come accadeva con l'ultimo modello.
Ultima raffinatezza è rappresentata dal collegamento con il lampeggiatore Nikon che, quando è carico, fa acendere una lampadina spia all'interno del Photomic. Un accorgimento utile anche se forse saranno in pochi a sfruttarlo visto che il lampeggiatore Nikon costa uno sproposito. Questo stesso collegamento è comunque realizzato anche nel normale pentaprisma. A conclusione di questo esame del nuovo Photomic va detto che si tratta dell'unico sistema di visione non intercambiabile con quelli della Nikon F.
Il Photomic DP-1 ha un fratello maggiore destinato ad essere usato in collegamento ad uno speciale servomotore che, nelle intenzioni dei fabbricanti, dovrebbe trasformare la Nikon F2 in un apparecchi con esposizione automatica EE.
L'idea è questa: photomic speciale misura la luce che giunge dall'obiettivo e, per mezzo di impulsi elettrici avvia un servo motore che è collegato, tramite un anello adattatore, alla ghiera dei diaframmi. Il servo motore fa variare l'apertura del diaframma agendo direttamente sulla ghiera. Questa regolazione è abbastanza veloce visto che l'aparecchio è in grado di spostare il diaframma dalla minima alla massima apertura in circa un secondo. E' bene però non farsi illusioni; questa specie di sistema EE è realizzato con un marchingegno di enormi dimensioni che complessivamente viene a pesare la bellezza di 550g. Si tratta quindi di un sistema che potrà essere usato per scopi prettamente scientifici e non potrà certo essere di alcun aiuto alla normale fotografia anche perché ogni obiettivo a bisogno del suo particolare anello di raccordo. In ultima anlisi si tratta di una soluzione un pò machiavellica, in parte resa necessaria dall'attuale struttura del sistema Nikon ed in parte resa più macchinosa dalla insana fantasia di qualche progettista.


Le novità sono dentro


Le vere, anche se poco appariscenti, innovazioni sono contenute nel corpo dell'apparecchio. Iniziamo dal cambiamento più sostanziale che riguarda l'otturatore. Questo, pur adottando le tradizionali tendine al Titanio, è stato complettamente ridisegnato e presenta caratteristiche molto interessanti. La prima cosa che colpisce è l'estensione dei tempi di posa. Si va da 1/2000 di sec. a 1 secondo più la posa B azionando la ghiera dei tempi posta sulla parte alta. Si possono avere, impostando la posa T ed agendo sulla leva dell'autoscatto anche pose di 2, 4, 6, 8, 10 secondi. Un particolare interessante è costituito dal fatto che a partire dal tempo di 1/80 a 1/2000 è possibile impostare con continuità qualsiasi tempo intermedio. Questo particolare è importante sopratutto perchè sta ad indicare un elevatissimo grado di precisione costruttiva senza il quale non sarebbe possibile l'attendibilità dei tempi intermedi. Il tempo di scatto di 1/2000 è stato ottenuto da una parte accelerando il movimento delle tendine di circa il 30% (lo testimonia il fato che il tempo di sincronizzazione con il lampo elettronico è stato portato ad 1/80 di secondo), e dall'altra riducendo ulterirmente la fessura lasciata libera fra la prima e la seconda tendina. Durante le nostre prove il tempo di 1/2000 ha dimostrato di funzionare con ottima regolarità. Oltre a questa modifica di carattere veramente sostanziale il corpo della Nikon F2 presenta una serie di innovazioni che, prese una per una possono sembrare non fondamentali, ma che alla fine contribuiscono a dare una sensazione di grande maneggevolezza. Vediamo di scoprirle una per una. La più importante senza dubbio rappresentata dalla leva di avanzamento della pellicola che ha una forma nuova più anatomica e la cui corsa è stata ridotta a soli 120°. La leva risulta più comoda anche perché il bottone di scatto è stato spostato in avanti capitando così in una posizione più naturale. Un particolare interessante è costituito dal fatto che è possibile premere il botone di scatto non appena la leva di carica a raggiunto la fine corsa, prima cioè che ritorni nella posizione di riposo. Una novità che sarà accolta da molti con sincera soddisfazione è costituita dal fatto che finalmente il dorso dell'aparecchio non deve essere staccato completamente dal corpo per caricare la pellicola. Per 12 anni i tecnici della Nikon avevano difeso a spada tratta la soluzione del dorso complettamente asportabile sostenendo che solo in questo modo si poteva garantire una perfetta planeità della pellicola. Si vede che finalmente anche loro si sono convinti che in fondo basta trovare le giuste soluzioni tecniche ed anche il dorso incernierato va benissimo. In questo caso il pressore della pellicola viene aiutato nel suo compito da un rullo che tiene la pellicola in tensione subito prima che la stessa arrivi al rocchetto ricevente. Indubiamente questo nuovo dorso rende tutte le operazioni molto più agevoli e fa guadagnare alla macchina molti punti in praticità.Evidentemente i tecnici della Nikon prima di disegnare questo nuovo modello devono aver sentito l'opiniome di qualche vero fotografo perché nel corpo macchina si possono riconoscere delle modifiche che vanno a migliorare proprio quei comandi che durante l'uso continuato spesso portavano il fotografo a pronunziare qualche improperio. E' il caso della manopola di riavvolgimento che finalmente è possibile sollevare così da non andare a sbattere con le dita contro il Photomic. Anche il sollevamento dello specchio è stato reso più razionale per le riprese con i lunghi obiettivi. Nella Nikon infatti è necessario armare la leva, e scattare un fotogramma a vuoto per avere lo specchio sollevato. Nel nuovo modello invece è stato modificato il meccanismo di sollevamento e di sospensione dello specchio per cui è possibile sollevarlo  ed abassarlo in qualsiasi momento senza perdere il fotogramma. A proposito dello specchio è interessante notare come sia stato allungato di due millimetri; in questo modo si è evitato quell'oscuramento della parte superiore dell'immagine che si verificava con gli obiettivi di lunghissima focale oppure quando si montavano prolunghe per la microfotografia. l'aumento delle dimensioni dello specchio è stato reso possibile grazie ad uno spostamento dell'asse di rotazione.
Infine il corpo macchina presenta altre due piccole innovazioni che saranno certo molto apprezzate da chi usa veramente la macchina fotografica. La prima è rappresentata dallo spostamento in avanti degli anelli ai quali va attaccata la cinghia di tracolla. Potrà sembrare assurdo parlare di un particolare del genere ma chi possiede una Nikon F sa benissimo quanto la attuale posizione di questi anelli sia scomoda e d'impiccio. La seconda inteligentissima novità è costituita da un blocco a vite per l'innesto del cavo sincro del flash. Anche questo è un piccolo particolare che indica quanto i tecnici siano stati guidati da criteri puramente pratici nella progettazione della Nikon F2.




La leva di carica rapida con i sui soli 120° di movimento è la più veloce esistente. per rendere ancora più rapide le sequenze di scatto è possibile premere il pulsante quando la leva è a fine corsa ed non è ancora tornata nella posizione di riposo.

Lo specchio della Nikon F2 può essere sollevato in qualsiasi momento senza dover perdere un fotogramma come avveniva nel precedente modello.

L'otturatore della Nikon F2 ha tempi di scatto fino a 1/2000 di secondo e la regolazione dei tempi può essere continua a partire da 1/80 di secondo fino ai tempi piu veloci.

Il blocco del Photomic è ora realizzato con questa piccola levetta posta in alto nella parte che prima era occupata dalle batterie.

La finestrella posta sul dorso dovrebbe essere usata per infilarvi un coperchietto della scatola di cartone della pellicola usata. Si tratta di un accorgimento che potrà essere utile a coloro che iniziano il rullino da 36 pose in estate e lo finiscono in occasione delle ferie dell'anno successivo. Scherzi a parte questo accessorio ci sembra abbastanza superfluo.

Il dorso della Nikon F2 si apre girando la chiavetta posta sulla parte sinistra del fondo. Finalmente i tecnici si sono decisi ad abbandonare la scomoda soluzione del dorso complettamente asportabile.

Il dorso della Nikon F2 si rimuove con facilità egendo su di una molla della cerniera. Questo sistema è identico a quello realizzato nella Topcom RE super.

Il riavvolgimento della pellicola avviene in modo agevole perche finalmente la manopola per il riavvolgimento può essere sollevata e quindi non va a sbattere sul Photomic. Per riavvolgere la pellicola è necessario premere il bottone posto sul fondo dell'apparecchio. 





L'attacco per la connessione del flash Nikon con il quale si inserisce la luce che si accende all'interno del Photomic o del pentaprisma quando il flash è carico.








Questo articolo è tratto da una rivista originale dell'epoca. Le fotografie sono di proprietà dell'autore del blog, pertanto protette da diritti.

domenica 30 aprile 2017

NIKKORMAT FT

L'EVOLUZIONE DELLA LINEA NIKON 1965




Quando, tre anni fa circa, la Nikkorex F venne ad affiancarsi alla Nikon F, già in produzione dal 1958, furono in molti ad innarcare le sopraciglia ed a storcere il naso.
L'aspetto appariva troppo differente, le soluzioni costruttive troppo diverse, in breve si sparse la voce che si trattava di un figlio adottivo e si negò da più parti che la vera paternità (o maternità?) risalisse alla Nippon Kogaku.
E' divertente osservare oggi come la Nikkormat FT, la cui filiazione della "linea Nikon" nessuno vorrà disconoscere, adotti buona parte delle soluzioni già presenti nella tanto sospettata Nikkorex.
Tanto che a differenza di altre riviste che l'hanno bravamente definita "una Nikon con l'esposimetro dietro l'obiettivo" noi saremmo senz'altro del parere di chiamarla una Nikorex con ecc. ecc.
Da un punto di vista estetico le sue linee spigolose richiamano senza dubbio  più quelle della Nikon che non quelle tondeggianti e francamente non molto armoniche della Nikkorex.
La larghezza tutto compreso, è praticamente identica per i tre parecchi,.
La Nikkormat vanta invece la minore altezza: 9,5 cm. contro i 9,8 della Nikon ed i 10,1 della Nikkorex.
Tale minore altezza è dovuta allo sfettamento del vertice del tettuccio pentaprisma, in quanto il corpo macchina di per sé è circa 2 mm più alto di quello della Nikon: un aumento sorprendentemente piccolo, quando si pensa che è stato incorporato tutto il meccanismo dell'esposimetro.
Lo spessore della cassa (3,4 cm) è identico a quello della Nikkorex.
Il peso, infine, quello della macchina senza l'obiettivo (745g) è inferiore a quello della Nikkorex(775g) e, pur essendo di poco superiore a quello della Nikon (710g) è notevolmente ridotto rispetto a quello della Nikon con cellula Photomic T.
Nell'assieme, la linea dell'aparecchio appare indovinata, anche se più massiccia di quella della Nikon.
La Nikkormat sembra più tozza della Nikon F anche per le maggiori dimensioni dello sbalzo recante il bocchettone  d'innesto degli obiettivi.
La parte superiore, a causa dell'assenza del grosso bottone di comando dei tempi, appare più pulita, le cromature sono finemente satinate.
Si raccordano bene alle zone di similpelle.
Niente da osservare per l'interno (brunito matto) tranne il
particolare di cui riferiremmo in seguito.
Nell'assieme le rifiniture possono considerarsi più che buone, anche se non proprio all'altezza della Nikon F.
Degna di nota l'estrema rigidità della cassa.


SOLUZIONI COSTRUTTIVE: L'EREDITA DELLA NIKKOREX


Tra i particolari in cui la Nikkormat si differenzia dalla Nikon (e rassomiglia invece alla Nikkorex) possiamo elencare;
1) L'oculare, di forma rotonda anzi che rettangolare come sulla Nikon F
2) Il sistema di appertura del dorso, tramite una levetta che scorre verticalmente, e fa si che lo sportello basculi orizzontalmente.
3) Il sistema di blocaggio del trascinamento pellicola, identico a quello della Nikkorex.
4) Il funzionamento dell'autoscatto identico a quello della Nikkorex e differisce da quello della Nikon.
5) La presenza di due contatti separati X e M per lampo elettronico e lampadine lampo.
6) La presenza del riferimento del piano della pellicola inciso nella parte superiore dell'apparecchio (manca sulla Nikon F).
Del tuto nuovi sono, la posizione del bottone per il controllo della profondità di campo e il comando ribaltamento specchio.



PRATICITA D'IMPIEGO



Prendendo in mano la Nikkormat ci si accoge subito che l'impugnabilità pur essendo buona, non è all'altezza di quella della Nikon F.
Ciò è dovuto principalmente al minor spazio che il massiccio sbalzo recante il bocchettone d'innesto per gli obiettivi concede alle dita della mano destra ed alla posizione della leva di armamento dell'autoscatto, su cui le dita hanno tendenza a scivolare.
Mirino molto luminoso.
La zona microprismi consente una messa a fuoco rapida e precisa.
L'indicazione dell'ago della cella è chiara e facilmente leggibile anche in condizioni di luce molto scarsa.
La levetta per il ribaltamento dello specchio, posta a fianco del bocchettone, viene raggiunta dalle dita con qualche difficoltà.
La leva di caricamento a funzionamento non additivo, occorre ruotarla fino in fondo con gesto unico, offre una certa resistenza ma ruota senza laschi o durezze.
La posizione dell'oculare permette, traguardando con l'occhio destro, l'azionamento della leva di caricamento senza staccare l'occhio dal mirino.



IL COMANDO DEI TEMPI

Quello in cui la Nikkormat si differenzia radicalmente dalle (sorelle) è la soluzione adottata per l'impostazione dei tempi d'esposizione.
Scomparsi gli abituali bottoni ruotanti sulla parte superiore della camera, troviamo alla base del bocchettone d'innesto degli obiettivi tre anelli concentrici sovrapposti.


Ci vuole un po di pratica prima che l'impostazione dei vari comandi divenga istintiva.
In figura la Nikkormat è regolata per ripresa col tempo di 1/60, a diaframma 5,6 - con obiettivo 1:1,4 (luminosità massima) e pellicola 12 Asa


Anche gli obiettivi automatici possono essere montati disinnestando l'accoppiamento dell'esposimetro.
In tal caso il perno d'accoppiamento - ora libero - deve essere portato in corrispondenza del punto rosso a destra.


Otturatore Copal Square-S è una modifica del Copal Square montato sulla Nikkorex.
Possiede 6 lame metalliche (anziché 4) che scorrono verticalmente, comandate da una leva posta in un piano perpendicolare a quello in cui si muovono le lame stesse.
Ciò permette una considerevole riduzione in altezza di tutto il blocco dell'otturatore rispetto al vecchio Copal, ove la leva era parallela al piano delle lame. E ciò comporta come conseguenza che il comando dei tempi di scatto deve esser posto sul frontale della fotocamera anziché al disopra.


La presenza di due contatti separati X e M per lampo elettronico e lampadine lampo.


Lo sportello posteriore, ora basculante che permette la sostituzione del film senza dover togliere la macchina dal cavalletto, come invece sucedeva per la Nikon F


Il fondello con in primo piano lo sportello a vite dell'alloggiamento delle batterie, a lato l'attacco per il cavalletto.


Kit macro con soffietto e obiettivo 50mm rovesciato



NIKKOR -Q AUTO 200mm  f:4
Diaframma minimo f:22.
Minima distanza di messa a fuoco: 3m.
Ottime prestazioni.





Articolo tratto in parte da rivista originale del 1966

Le fotografie sono di proprietà dell'autore del blog

martedì 14 febbraio 2017

NIKON FG-20





La nikon FG-20 è una reflex automatica e manuale apparsa sul mercato Italiano nei primi mesi del 1984.
Deriva, sia come forma che come caratteristiche tecniche della Nikon FG; dal punto di vista delle prestazioni e del prezzo si colloca fra la Nikon EM, (una reflex solo automatica e concetualmente abastanza semplice), e la Nikon FG, (che invece è un aparecchio abbastanza sofisticato, in grado di esporre con regolazione manuale, automatica o programmata).
La FG-20 è essenzialmente una fotocamera automatica alla quale è stata concessa anche la possibilità di controllare automaticamente i tempi di posa; però, con una filosofia di cui a volte ci sfugge la comprensione, questa possibilità è stata volutamente lasciata incompleta (in manuale l'asposimetro non risulta accoppiato alla scala dei tempi) al punto che nella determinazione dell'esposizione in manuale questa fotocamera risulta particolaremente scomoda.
Esteticamente la Nikon FG-20 è una fotocamera che unisce una certa ricchezza di spigolosi con altrettante linee arrotondate, dando luogo ad un insieme abbastanza atipico che la rende facilmente identificabile rispetto agli apparecchi della concorrenza.
E' di color metallo satinato, con un ampia fascia centrale di similpelle nera.
Osservandola è chiaramente visibile la sua derivazione dalla Nikon EM, (presentata alcuni anni fa e disegnata dall'abile matita dello stilista Italiano Giorgetto Giuggiaro).
La disposizione dei comandi non si discosta molto da quella tradizionale.
La leva di carica ha una forma insolita, molto spigolosa e divisa in due, in modo da risultare mobile nel centro; questa soluzione permette alla leva di risultare perfettamente accostata al corpo macchina quando si trova in posizione di riposo, contemporaneamente, rendere agevole la presa al momento del caricamento.
La corsa della leva è piuttosto lunga, circa 145°, a cui se debbono sommare altri 30° richiesti per portare la leva in posizione di lavoro; l'avanzamento della pellicola può essere effettuato sia con un movimento unico che con una serie di piccoli spostamenti.
Disposti coassialmente alla leva di carica troviamo sia la ghiera dei tempi che il pulsante di scatto.
Quest'ultimo è del tipo a doppia funzione, cioè durante la prima parte della corsa(circa 1,5mm) attiva l'esposimetro, mentre premendo più a fondo (cioè dopo altri 1,8mm) viene fatto partire l'otturatore.
Sulla destra del complesso "leva di carica- ghiera dei tempi-pulsante di scatto" che si trova situato su una piccola basetta di colore nero, è visibile l'ampia finestrella del contafotogrammi; sulla sinistra sono visibili invece due pulsanti, di cui uno, quello superiore, serve a sbloccare la ghiera dei tempi dalla posizione A (automatismo), mentre quello inferiore è invece finto, reca la scritta Nikon: ha solo una funzione estetica oppure è stato previsto per future utilizzazioni.
Sulla sommità del pentaprisma, abastanza spigoloso e leggermente sporgente in avanti, si trova la slitta contatto-caldo per il flash, che rappresenta anche l'unica possibilità di collegamento con un lampeggiatore, dato che manca una qualsiasi presa per il collegamento tramite cavetto.
Questa slitta è dotata di alcuni contatti elettrici in modo da rendere possibile il collegamento con un lampeggiatore dedicato come il Nikon SB-19 o altri simili.
Sulla sinistra del pentaprisma si trovano il manettino per il riavvolgimento della pellicola e, coassialmente, la ghiera per impostare la sensibilità della pellicola da 25 a 3200 ASA/ISO; anche qui, fra la ghiera e il pentaprisma, vi è una piccola sporgenza la cui funzione è puramente estetica ed è riccoperta di una sottile superficie nera, con impresso il segno di riferimento del piano della pellicola.
Sul frontale dell'apparecchio, a sinistra del bocchettone porta obiettivi, possiamo osservare la leva di carica dell'autoscatto, che è disposta orizzontalmente e va ruotata verso l'alto per caricarlo.
Dato che l'autoscatto è di tipo meccanico, il rittardo ottenibile può essere variato da un minimo di 8 ad un massimo di 12 secondi, facendo ruotare più o meno la leva di comando; l'azionamento invece avviene premendo il pulsante di scatto e, una volta datto il via, non è più possibile avere ripensamenti.
L'autoscatto può essere bloccato solo prima dello scatto, semplicemente spingendo nuovamente in posizione orizzontale la sua leva.
Dall'altro lato della fotocamera, sulla destra del bocchettone portaottiche, sono visibili due pulsanti: quello in alto serve ad incrementare l'esposizione di 2EV e va usato per le foto in controluce, mentre quello più in basso serve a bloccare gli obiettivi, per consentirne l'estrazione.
Il fondo della fotocamera è abbastanza ricco di particolari e si possono notare l'alloggiamento delle pilette di alimentazione, il pulsante di sgancio della pellicola, la presa di forza per il motore, i due contatti elettrici che ne permettono il corretto funzionamento e la presa filettata per il fissaggio al cavalletto.
Il mirino è piuttosto luminoso ed è dotato di una smerigliatura molto sottile che permette una facile focheggiatura fino ai bordi estremi del campo inquadrato.
La messa a fuoco risulta abbastanza semplice in tutte le condizioni luminose grazie anche alla presenza di un telemetro ad immagine spezzata ( con taglio orizzontale) situato al centro del campo inquadrato, circondato da un'ampia corona di microprismi.
Attorno all'anello dei microprismi è visibile un cerchio di circa 12mm inciso sullo schermo di messa a fuoco; questo cerchio sta ad indicare il limite della massima sensibilità dell'esposimetro.
I segnali visibili nel mirino sono tutti raggruppati sulla sinistra: visibile per trasparenza, vediamo la scala dei tempi di posa su cui scorre l'ago dell'esposimetro, il quale serve ad indicare sia il tempo impostato automaticamente dai circuiti elettrici dell'apparecchio, che il valore che dovremmo impostare noi, agendo sulla ghiera dei tempi.
L'esposimetro viene attivato premendo leggermente il pulsante di scatto, e vede la luce che passa attraverso l'obiettivo grazie ad una cellula al silicio posta nel pentaprisma, in prossimità dell'oculare; questo tipo di misurazione viene definito TTL-semispot dato che la cellula, nel corso della misurazione tiene in maggior conto la luminosità dei soggetti situati al centro del campo inquadrato, rispetto a quelli che si trovano ai bordi.
Le foto in contro luce però rappresentano sempre una nota dolente, dato che di solito gli esposimetri vengono troppo influenzati dalla luminosità dello sfondo e, di conseguenza, tendono a sottoesporre eccessivamente il soggetto in primo piano.
Anche la Nikon FG-20 non fa eccezzione a questa regola e i soggetti fotografati in controluce appaiono considerevolmente scuri, il problama può essere risolto con facilità semplicemente premendo il pulsanti situato sul frontale, in alto a sinistra, grazie al quale si ottiene un aumento dell'esposizione di circa 2EV, più che sufficente a correggere anche i controluce più esasperati.
L'otturatore e del tipo a tendine metalliche e fornisce una gamma di tempi di posa compresa fra 1 secondo e 1/1000 in manuale, ma che arriva asuperare i trenta secondi nell'uso in automatismo, è di tipo elettromeccanico, ossia il rilascio delle tendine viene comandato da dei minuscoli elettromagneti il cui funzionamento viene controllato, a sua volta, dal circuito elettronico che costituisce il cuore di tutto l'aparecchio.
Nonostante tanta sofisticazione comunque la precisione dei tempi di posa non è delle migliori e i tempi sono leggermente più lunghi, ma di poco, rispetto al dovuto.



FOTOCAMERA: reflex automatica e manuale, con automatismo a priorità dei diaframmi
INNESTO OBIETTIVI: baionetta Nikon AI
MIRINO: pentaprisma fisso, schermo di messa a fuoco fisso, con lente di Fresnel e telemetro ad immagine spezzata e a microprismi. Copertura del 92% del campo inquadrato, ingrandimento di 0,86X con obiettivo 50mm.
SEGNALI VISIBILI NEL MIRINO: scala dei tempi, ago dell'esposimetro, sovra e sotto esposizione, pronto flash, esclusione dell'automatismo.
ESPOSIMETRO: circuito con una cellula allogiata nel pentaprisma, con misurazione TTL del tipo semispot.Gamma di esposizione da EV1 a EV18 con pellicola ISO 100 e obiettivo f/1.4. 
SENSIBILITA PELLICOLA: 25-3200ASA/ISO.
OTTURATORE: a tendine metalliche a scorrimento verticale; i tempi fornibili vanno da 1 secondo a 1/1000, oltre alla posa B e al tempo meccanico di 1/90 sec.
AVANZAMENTO PELLICOLA: leva di carica con caricamento additivo e avanzamento di 144°, è innoltre possibile l'avanzamento motorizzato.
CONTAFOTOGRAMMI: aditivo con azzeramento automatico all'apertura del dorso.
ALIMENTAZIONE: 2 pile da 1,5V all'ossido d'argento, alcaline o al Litio.
DIMENSIONI: 136X88X54
PESO: 410g solo corpo


La leva di carica ha una forma insolita, molto spigolosa e divisa in due, in modo da risultare mobile nel centro, l'avanzamento della pellicola può essere efettuato sia con una rotazione piuttosto lunga di 145°, che con una serie di piccoli spostamenti.


Il contafotogrammi è di tipo additivo e viene azzerato automaticamente ogni volta che si apre il dorso dell'apparecchio.
In automatismo i tre fotogrammi prima di quello numero 1 (il primo utile) vengono scattati con il tempo di 1/90 di secondo.


Il pulsantino indicato nella foto a sinistra permette di sganciare la ghiera dei tempi dalla posizione A (automatismo), permettendone la rotazione e l'impostazione dei tempi manualmente.
Quello più in basso con la scritta Nikon (foto a destra) è invece un finto pulsantino  e ha solo una funzione estetica.


La slitta porta flash sul pentaprisma è dotata dei contatti per l'uso di un lampeggiatore dedicato; manca invece la presa per il collegamento del cavetto.


L'autoscatto è di tipo complettamente meccanico e consente un rittardo variabile fra 8 e 12 secondi. Una volta avviato, in caso di ripensamento, non è più possibile fermarlo.


La ghiera del selettore ASA/ISO è larga e faccilmente azionabile; per ruotarla è neccessario sollevarla leggermente. La sensibilità delle pellicole più diffuse, ossia 64,100,400 e 1000 ASA/ISO sono marcate in rosso per risultare più visibili.


L'otturatore è dotato di tendine metalliche che scorrono verticalmente, fornisce dei tempi da 1/1000 a 1 sec ed è abbastanza rumoroso.


Quando la ghiera dei tempi si trova in questa posizione, la FG-20 espone automaticamente, qualora venga impostato un tempo compreso fra 1/15 e alcuni secondi, un segnale acustico avvisa del pericolo di ottenere foto mosse. Si può escludere il segnale acustico spostando la ghiera su "A".


A sinistra: la Nikon FG-20 è predisposta per l'avanzamento della pellicola con motore, indicati nella foto vediamo i due contatti che ne permettono il corretto funzionamento, mentre la presa di forza si trova dal lato opposto del fondello. A fianco si può notare l'allogiamento delle pilette di alimentazione. A destra: questo pulsante, ogni volta che viene premuto, permette di ottenere un aumento dell'esposizione di 2EV, risultando quindi particolarmente utile nei controluce.

MD-14



Il motore dedicato alla Nikon FG-20 è l'MD-14, che può raggiungere una cadenza di 3,2 fotogrammi al secondo ed è alimentato da 8 pile stilo da 1,5 volt. 
Innoltre la FG-20 può utilizzare anche il motore della Nikon FM, l'MD-E.






Testo dell'articolo tratto da rivista originale dell'epoca.
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