mercoledì 19 luglio 2017

LA NUOVA NIKON F2 PHOTOMIC




Dopo dodici anni arriva la nuova Nikon.
Nuova all'interno, e incredibilmente simile alla precedente nella linea esterna e nelle basilari soluzioni tecniche.

                             






La prima grande scelta adottata dai tecnici della Nikon, è stata quella di mantenere invariato l'innesto degli obiettivi ed il relativo accoppiamento esterno con l'esposimetro Photomic. I motivi di una scelta così importante che da sola condiziona tutto il resto dell'aparecchio sono facilmente intuibili. E' chiaro infatti che i dirigenti hanno avuto presente, nel momento di prendere la decisione, tutti quei fotografi che già possiedono un corredo di obiettivi Nikkor e non se la sono sentiti di buttarli a mare con tutti i soldi che avevano speso. Si può ben immaginare quale sarebbe stata la reazione dei fedeli clienti che per anni avevano seguito la stabile linea della casa Giapponese. Quindi, anche se dettata da puri fini commerciali, la decisione di continuare con gli stessi obiettivi va a tutto vantaggio dei fotografi e soprattutto di coloro che già possiedono attrezzatura Nikon. Questo atto di amore verso i vecchi clienti a richiesto non pochi sacrifici, e primo fra tutti, quello di dover mantenere un sistema di lettura della luce attraverso l'obiettivo strettamente legato all'intramontabile Photomic, che come molti sanno, è un pentaprisma intercambiabile all'interno del quale è sistemato l'esposimetro che legge la luce proveniente dall'obiettivo. In sostanza la Nikon sembra aver ormai definitivamente adottato quella che per anni è stata da molti considerata una soluzione provvisoria rinunziando a produrre un corpo macchina all'interno del quale fosse alloggiato l'esposimetro TTL. Lo svantaggio di questa soluzione consiste soprattutto nell'ingombro del Photomic che, a dispetto delle 5 edizioni fin qui sviluppate, rimane sempre notevole. Nell'ultima soluzione adottata pe la Nikon F2 il Photomic (che in questo caso si chiama DP-1) è di dimensioni ancora più ridotte poichè le batterie sono state spostate all'interno del corpo macchina, ma infondo il suo peso è di soli 50g inferiore al precedente Photomic FTn e le dimensioni esterne non sono mutate di gran che essendo stato solo smussato l'angolo che si opponeva alla leva di riavvolgimento della pellicola ed eliminato il vano in cui erano alloggiate le batterie. Queste d'altra parte occupano il loro spazio all'interno del corpo macchina per cui l'intero complesso corpoPotomic pesa 30g in più della Nikon F. Tutto questo per dire che l'apparente alleggerimento dell'aparecchio è dovuto ad un accurato design che ha saputo intelligentemente smussare gli angoli e rendere il tutto più slanciato. Visto che ci siamo trovati a parlare del nuovo Photomic vediamo di descriverlo più particolareggiatamente. Come abbiamo detto la linea è più slanciata e l'ingombro ridotto. La massima appertura dell'obiettivo in uso si imposta facilmente con un solo movimento della ghiera dei diaframmi. E' importante notare come sia finalmente sparito quel fastidioso blocco che portava la ghiera dei diaframmi ad irrigidire notevolmente la sua corsa in corrispondenza dei valori centrali. Una finestrella posta sul frontale indica chiaramente la massima appertura registrata dall'asposimetro e quindi rende molto agevole il controllo. L'interno del Photomic DP-1 è praticamente identico da un punto di vista ottico e l'unica differenza sostanziale è rappresentata da una notevole estensione del campo d'azione verso la zona dei tempi lunghi. Approposito delle pile è interessante notare come siano state adottate delle nuove batterie all'argento che, a detta degli esperti, sono destinate a sostituire in breve tempo quelle al mercurio le quali sono molto più sicure e soprattutto resistenti alle basse temperature. Per ora queste batterie sono acquistate dalla Nikon presso la fabbrica Giapponese Yuasa e verranno distribuite in Italia e negli altri paesi dai rispettivi agenti Nikon. Si conta comunque che nel giro di poco tempo tutte le grandi case fabbricanti di batterie avranno nella loro produzione questo nuovo modello.
Nel mirino del Photomic DP-1 si leggono, in basso a destra il tempo di scatto e il diaframma impostato sull'apparecchio, disposti ai lati della finestrella nella quale si centra l'ago dell'esposimetro. Queste indicazioni hanno la fastidiosa tendenza a sparire dal quadro non appena l'occhio del fotografo si sposta dall'asse centrale del fotogramma. Questo inconveniente si nota soprattutto quando si impugna l'apparecchio in senso verticale. Basta comunque un po di pratica per porvi rimedio.
Nuovo è anche il sistema di aggancio del Photomic DP-1. La evidentissima e lunga levetta posta latteralmente è stata infatti sostituita con un'altra molto corta che si aziona spingendo dall'alto verso il basso. Anche se asteticamente più piacevole questa soluzione è meno comoda e pratica perche una volta sganciato il Photomic questo non resta saldamente trattenuto in mano come accadeva con l'ultimo modello.
Ultima raffinatezza è rappresentata dal collegamento con il lampeggiatore Nikon che, quando è carico, fa acendere una lampadina spia all'interno del Photomic. Un accorgimento utile anche se forse saranno in pochi a sfruttarlo visto che il lampeggiatore Nikon costa uno sproposito. Questo stesso collegamento è comunque realizzato anche nel normale pentaprisma. A conclusione di questo esame del nuovo Photomic va detto che si tratta dell'unico sistema di visione non intercambiabile con quelli della Nikon F.
Il Photomic DP-1 ha un fratello maggiore destinato ad essere usato in collegamento ad uno speciale servomotore che, nelle intenzioni dei fabbricanti, dovrebbe trasformare la Nikon F2 in un apparecchi con esposizione automatica EE.
L'idea è questa: photomic speciale misura la luce che giunge dall'obiettivo e, per mezzo di impulsi elettrici avvia un servo motore che è collegato, tramite un anello adattatore, alla ghiera dei diaframmi. Il servo motore fa variare l'apertura del diaframma agendo direttamente sulla ghiera. Questa regolazione è abbastanza veloce visto che l'aparecchio è in grado di spostare il diaframma dalla minima alla massima apertura in circa un secondo. E' bene però non farsi illusioni; questa specie di sistema EE è realizzato con un marchingegno di enormi dimensioni che complessivamente viene a pesare la bellezza di 550g. Si tratta quindi di un sistema che potrà essere usato per scopi prettamente scientifici e non potrà certo essere di alcun aiuto alla normale fotografia anche perché ogni obiettivo a bisogno del suo particolare anello di raccordo. In ultima anlisi si tratta di una soluzione un pò machiavellica, in parte resa necessaria dall'attuale struttura del sistema Nikon ed in parte resa più macchinosa dalla insana fantasia di qualche progettista.


Le novità sono dentro


Le vere, anche se poco appariscenti, innovazioni sono contenute nel corpo dell'apparecchio. Iniziamo dal cambiamento più sostanziale che riguarda l'otturatore. Questo, pur adottando le tradizionali tendine al Titanio, è stato complettamente ridisegnato e presenta caratteristiche molto interessanti. La prima cosa che colpisce è l'estensione dei tempi di posa. Si va da 1/2000 di sec. a 1 secondo più la posa B azionando la ghiera dei tempi posta sulla parte alta. Si possono avere, impostando la posa T ed agendo sulla leva dell'autoscatto anche pose di 2, 4, 6, 8, 10 secondi. Un particolare interessante è costituito dal fatto che a partire dal tempo di 1/80 a 1/2000 è possibile impostare con continuità qualsiasi tempo intermedio. Questo particolare è importante sopratutto perchè sta ad indicare un elevatissimo grado di precisione costruttiva senza il quale non sarebbe possibile l'attendibilità dei tempi intermedi. Il tempo di scatto di 1/2000 è stato ottenuto da una parte accelerando il movimento delle tendine di circa il 30% (lo testimonia il fato che il tempo di sincronizzazione con il lampo elettronico è stato portato ad 1/80 di secondo), e dall'altra riducendo ulterirmente la fessura lasciata libera fra la prima e la seconda tendina. Durante le nostre prove il tempo di 1/2000 ha dimostrato di funzionare con ottima regolarità. Oltre a questa modifica di carattere veramente sostanziale il corpo della Nikon F2 presenta una serie di innovazioni che, prese una per una possono sembrare non fondamentali, ma che alla fine contribuiscono a dare una sensazione di grande maneggevolezza. Vediamo di scoprirle una per una. La più importante senza dubbio rappresentata dalla leva di avanzamento della pellicola che ha una forma nuova più anatomica e la cui corsa è stata ridotta a soli 120°. La leva risulta più comoda anche perché il bottone di scatto è stato spostato in avanti capitando così in una posizione più naturale. Un particolare interessante è costituito dal fatto che è possibile premere il botone di scatto non appena la leva di carica a raggiunto la fine corsa, prima cioè che ritorni nella posizione di riposo. Una novità che sarà accolta da molti con sincera soddisfazione è costituita dal fatto che finalmente il dorso dell'aparecchio non deve essere staccato completamente dal corpo per caricare la pellicola. Per 12 anni i tecnici della Nikon avevano difeso a spada tratta la soluzione del dorso complettamente asportabile sostenendo che solo in questo modo si poteva garantire una perfetta planeità della pellicola. Si vede che finalmente anche loro si sono convinti che in fondo basta trovare le giuste soluzioni tecniche ed anche il dorso incernierato va benissimo. In questo caso il pressore della pellicola viene aiutato nel suo compito da un rullo che tiene la pellicola in tensione subito prima che la stessa arrivi al rocchetto ricevente. Indubiamente questo nuovo dorso rende tutte le operazioni molto più agevoli e fa guadagnare alla macchina molti punti in praticità.Evidentemente i tecnici della Nikon prima di disegnare questo nuovo modello devono aver sentito l'opiniome di qualche vero fotografo perché nel corpo macchina si possono riconoscere delle modifiche che vanno a migliorare proprio quei comandi che durante l'uso continuato spesso portavano il fotografo a pronunziare qualche improperio. E' il caso della manopola di riavvolgimento che finalmente è possibile sollevare così da non andare a sbattere con le dita contro il Photomic. Anche il sollevamento dello specchio è stato reso più razionale per le riprese con i lunghi obiettivi. Nella Nikon infatti è necessario armare la leva, e scattare un fotogramma a vuoto per avere lo specchio sollevato. Nel nuovo modello invece è stato modificato il meccanismo di sollevamento e di sospensione dello specchio per cui è possibile sollevarlo  ed abassarlo in qualsiasi momento senza perdere il fotogramma. A proposito dello specchio è interessante notare come sia stato allungato di due millimetri; in questo modo si è evitato quell'oscuramento della parte superiore dell'immagine che si verificava con gli obiettivi di lunghissima focale oppure quando si montavano prolunghe per la microfotografia. l'aumento delle dimensioni dello specchio è stato reso possibile grazie ad uno spostamento dell'asse di rotazione.
Infine il corpo macchina presenta altre due piccole innovazioni che saranno certo molto apprezzate da chi usa veramente la macchina fotografica. La prima è rappresentata dallo spostamento in avanti degli anelli ai quali va attaccata la cinghia di tracolla. Potrà sembrare assurdo parlare di un particolare del genere ma chi possiede una Nikon F sa benissimo quanto la attuale posizione di questi anelli sia scomoda e d'impiccio. La seconda inteligentissima novità è costituita da un blocco a vite per l'innesto del cavo sincro del flash. Anche questo è un piccolo particolare che indica quanto i tecnici siano stati guidati da criteri puramente pratici nella progettazione della Nikon F2.




La leva di carica rapida con i sui soli 120° di movimento è la più veloce esistente. per rendere ancora più rapide le sequenze di scatto è possibile premere il pulsante quando la leva è a fine corsa ed non è ancora tornata nella posizione di riposo.

Lo specchio della Nikon F2 può essere sollevato in qualsiasi momento senza dover perdere un fotogramma come avveniva nel precedente modello.

L'otturatore della Nikon F2 ha tempi di scatto fino a 1/2000 di secondo e la regolazione dei tempi può essere continua a partire da 1/80 di secondo fino ai tempi piu veloci.

Il blocco del Photomic è ora realizzato con questa piccola levetta posta in alto nella parte che prima era occupata dalle batterie.

La finestrella posta sul dorso dovrebbe essere usata per infilarvi un coperchietto della scatola di cartone della pellicola usata. Si tratta di un accorgimento che potrà essere utile a coloro che iniziano il rullino da 36 pose in estate e lo finiscono in occasione delle ferie dell'anno successivo. Scherzi a parte questo accessorio ci sembra abbastanza superfluo.

Il dorso della Nikon F2 si apre girando la chiavetta posta sulla parte sinistra del fondo. Finalmente i tecnici si sono decisi ad abbandonare la scomoda soluzione del dorso complettamente asportabile.

Il dorso della Nikon F2 si rimuove con facilità egendo su di una molla della cerniera. Questo sistema è identico a quello realizzato nella Topcom RE super.

Il riavvolgimento della pellicola avviene in modo agevole perche finalmente la manopola per il riavvolgimento può essere sollevata e quindi non va a sbattere sul Photomic. Per riavvolgere la pellicola è necessario premere il bottone posto sul fondo dell'apparecchio. 





L'attacco per la connessione del flash Nikon con il quale si inserisce la luce che si accende all'interno del Photomic o del pentaprisma quando il flash è carico.








Questo articolo è tratto da una rivista originale dell'epoca. Le fotografie sono di proprietà dell'autore del blog, pertanto protette da diritti.