venerdì 25 novembre 2016

NIKON F 301



NIKON CAMBIA REFLEX NUOVA F-301

Data di uscita Ottobre 1985




La Nippon Kogaku, produttrice Giapponese delle fotocamere Nikon, lo scrive perfino su i depliant pubblicitari e tutti i suoi dirigenti lo confermano a gran voce: Nikon cambia rotta nel settore reflex e si adegua, per usare un termine molto in voga, a quelle che sono le attuali esigenze del mercato fotografico.
Fino ad oggi la Nikon è stata considerata la più conservatrice tra le azziende fotografiche sia perché i suoi apparecchi si rivolgono anche ad un pubblico di professionisti, tradizionalisti anche loro, sia per una reputazione da difendere, costruita su ottime reflex come le Nikon serie F (F-F2-FE-FM) oggi giunte quasi alla pensione ma ancora molto richieste dal mercato.
La Nikon cambia rotta presentando una nuova reflex, la F-301 che ricalca nella concezione apparecchi già presenti sul mercato come la Canon T70 e la Pentax A3; si tratta di reflex formato 35mm dotate di motore incorporato e molta elettronica che viene utilizzata per gli automatismi d'esposizione; anche la nuova Nikon non sfugge alla regola che vuole l'automatismo programmato come sistema di esposizione alla moda.
Nella F 301 vi sono due automatismi d'esposizione programmati tramite i quali l'aparecchio sceglie da solo sia i tempi che i diaframmi lasciando al fotografo il compito, pur sempre molto importante, di mettere a fuoco e scegliere l'inquadratura.
Il motore elettrico incorporato nell'apparecchio provvede oltre all'avvolgimento della pellicola dopo l'esposizione alla cadenza record per questa categoria di apparecchi di ben 2,5 fotogrammi al secondo, anche al caricamento automatico, all'avanzamento fino al primo fotogramma utile ed al riavvolgimento alla fine dei 24 o 36 fotogrammi; il caricamento della pellicola come in altre reflex di questa categoria è veramente semplificato: basta far arrivare la coda del film nel punto prefissato e chiudere il dorso mentre l'apparecchio pensa al resto.
Nella nuova Nikon F 301 è stato inserito anche il lettore automatico della sensibilità pellicola mediante codici DX; il sistema è elettrico mediante contatti all'interno del corpo macchina ed avverte anche se commettiamo qualche errore come il dimenticare di comutare la ghiera delle sensibilità sulla posizione DX quando inseriamo una pellicola di questo tipo.
L'esposizione automatica si avvale di due programmi, uno standard ed uno per tempi veloci, più un automatismo a priorità dei diaframmi e naturalmente l'esposizione manuale; oltre ad essi esiste un corettore fisso d'esposizione ed un blocco della memoria utili quando si vogliono modificare le decisioni prese dall'apparecchio.
Nel mirino, dotato di un nuovo schermo di messa a fuoco molto luminoso, sono visibili i tempi di scatto scelti dalla fotocamera ed altri segnali di avvertimento ma non è presente la scala dei diaframmi che forse potrebbe risultare utile in più di qualche caso.
Altre caratteristiche della nuova F 301 sono la lettura TTL attraverso l'obiettivo anche della luce lampo mediante lampeggiatori dedicati Nikon o per Nikon, un segnale di regolare scorrimento della pellicola sul dorso dell'apparecchio ed un cicalino sonoro che entra in azione quando l'aparecchio vuole avvertire il fotografo che qualcosa non va; il cicalino è ascludibile mediante un selettore colocato nella parte superiore della fotocamera.


La nuova Nikon F 301 sarà commercializzata da ottobre 1985 ad un prezzo di circa 750.000 lire con obiettivo 50mm f/1,8; essa è solo il primo aparecchio di una nuova serie di reflex elettroniche pensate e prodotte da Nikon. 
Il secondo aparecchio di questa serie dovrebbe incorporare un circuito di messa a fuoco automatica e potrebbe vedere la luce verso la fine dell'anno.




La parte superiore della nuova Nikon F 301 contiene tuti i comandi principali ed il selettore delle funzioni e dei tempi fissi in manuale.
A destra si trovano i due commutatori dell'esclusione del segnale sonoro e quello per la selezione della cadenza di ripresa del motore incorporato: (L aparecchio spento - S cadenza singola - C cadenza continua a 2,5 fotogrammi al secondo).
Sulla destra c'è la ghiera della sensibilità della pellicola e coassiale ad essa si trova anche quella della compensazione dell'esposizione, con il relativo pulsante di blocco.
Sopra alle ghiere si trova il manettino per il riavvolgimento della pellicola e per aprire il dorso di caricamento.
Si noti al centro, la slitta per il flash dedicato, con i quatro contatti del sistema TTL.




Sulla sinistra a fianco del bocchettone d'innesto ottiche si trova la leva che consente il blocco dell'esposizione in automatismo e schiacciando il pulsante al centro si fa partire  l'autoscatto, a fianco la spia rossa luminosa che lampeggia durante il conto alla rovescia, indicando approsimativamente il tempo che rimane prima dello scatto.




L'innesto F della Nikon F301 rimane invariato, pertanto consente l'utilizzo degli obiettivi della serie E ed AI-AIS.







All'interno della fotocamera sono visibili i contatti per la lettura automatica della sensibilità della pellicola mediante sistema DX.






La nuova nikon F 301 è alimentata da 4 pile mini stilo da 1,5v collocata sotto al fondello dell'apparecchio.
La versione Italiana sarà probabilmente dotata del contenitore MB-3 per le normali pile stilo, mentre quella venduta in Giappone viene dotata di serie del comparto batterie per le mini stilo, meno diffuse nel nostro paese.




Qui possiamo vedere l' MB-3 montato nel fondello dell'aparecchio che, viene applicato mediante l'adattatore innestato tramite il foro asolato che si vede nella fotografia precedente, il coperchio è di maggiori dimensioni per contenere le pile stilo che sporgono maggiormente. 
Le tre parti che compongono l'MB-3: L'adattatore per il blocco delle pile stilo, il coperchio maggiorato e la vite di fissaggio, che può essere rimossa da una comune moneta da 200 lire, per facilitare lo smontaggio o il montaggio se si intende utilizzare le più piccole mini stilo. 

La presa a due poli per la connesione dello scatto a distanza.
Lo scatto a distanza Nikon MC-12B collegato mediante il cavo di circa 70cm, in commercio ce ne sono di vaio tipo e lunghezza.

La nuova Nikon F301 può essere equipaggiata con il dorso datario Nikon MF-19, che oltre ad imprimere sulla pellicola la data e l'ora in varie combinazioni diverse, può eseguire anche altre funzionalità.

L'MF-19 viene fornito come accessorio.












Articolo tratto da rivista originale dell'epoca.
Le fotografie sono di proprietà dell'autore del blog, pertanto protette da diritti d'autore e ne è vietato l'utilizzo.

mercoledì 9 novembre 2016

NIKON F 401






Una reflex AF multi-mode con trasporto motorizzato e TTL flash: La F-401 colleziona gli elementi di richiamo dei tardi anni ottanta; peccato che sotto lo smalto il fotoamatore trovi un corpo un pò magro.....









Nikon lanciò sul mercato la sua prima reflex AF nel 1986, rispondendo con sufficiente prontezza all'esperienza di svolta segnata l'anno prima della Minolta 7000. Ma, a differenza della concorrente minolta, che aveva deciso il taglio dei ponti col cambio d'innesto e puntava all'immediata qualificazione del nuovo sistema integrando la gamma con un secondo modello professionale, e a differenza anche di Canon, che covava negli stessi mesi una partenza in quarta verso i nuovi lidi della generazione Eos, Nikon sembrò mostrare in seconda battuta un pizzico di diffidenza nei confronti della tecnologia emergente: la sua seconda reflex con modulo AF integrato, meccanicamente compatibile con le tradizionali ottiche AI, si collocava infatti su una fascia di mercato inferiore rispetto a quella del modello d'esordio, rimandando apparentemente a tempi futuri di maggior maturità dell'autofocus il processo d'aggiornamento del segmento di testa.
La F-401 nasce dunque come una reflex entry level, semplificata rispetto alla F-501 e, nonostante i vari miglioramenti tecnici introdotti, prettamente destinata al mercato amatoriale infatuato dalle novità dell'ora.
 Perché l'autofocus venga esteso in casa Nikon a modelli di interesse professionale come la F-801 o la F4 occorrerà attendere ancora un anno.





ESTETICA E PRATICITA'

In linea con gli altri modelli Nikon della prima generazione autofocus, la F-401 vanta un'estetica moderna e grintosa, basata su un corpo macchina in livrea nera integrale con spigoli arrotondati e ampia protuberanza anatomica col "Giugiariano" filetto rosso ereditato dalla F-3.
Elementi caratteristici sono il piccolo flash sollevabile a parabola scoperta, perfettamente integrato nel pentaprisma, e il secondo logo Nikon riportato sull'impugnatura in grossi caratteri corsivi.
Molto intuitivi nella disposizione e nel funzionamento sono, come vedremo, i comandi, alcuni semi ricoperti da una lastrina trasparente di plastica fumè.
Il dorso non è intercambiabile, ma presenta due finestrelle di controllo con vista, rispettivamente, sul vano caricatore e su un rullo supplementare di trasporto, che permettono di verificare la presenza della pellicola in macchina ed il suo regolare trascinamento.
L'apparecchio è anche provvisto di dispositivi per l'avanzamento automatico motorizzato della pellicola fino al fotogramma effettivo di inizio rullo, sebbene l'avvio dell'operazione richieda comunque una pressione del pulsante di scatto e il trasporto avvenga non senza un quadruplice ( e rumoroso ) solevamento dello specchio a otturatore bloccato.
Il telaio della fotocamera , in pressofusione dall'umilio, è rivestito integralmente di componenti in plastica liscia o satinata, senza finiture in similpelle e con un singolo inserto gommato sulla guancia anatomica per aggevolare la presa; nonostante il largo impiego di materiali di sintesi, il peso del solo corp, a vuoto, sfiora i 650g.


Seconda reflex autofocus di casa Nikon, la F-401 è una fotocamera di classe economica anche se l'eposizione multimodale e il flash sollevabile colpiscono l'occhio. L'ergonomia e l'affidabilità, comunque, sono buone.

Il piccolo flash solevabile a parabola scoperta integrato nel pentaprisma.



I COMANDI


I comandi principali della fotocamera, vale a dire le due ghiere zigrinate gemelle per la regolazione dei tempi e dei diaframmi si trovano a destra del pentaprisma, agevolmente manovrabili con il pollice e l'indice della stessa mano, e leggibili attraverso il pannello di plastica fumè che li ricopre quasi interamente.



La ghiera dei tempi, sporgente sul d'avanti, permette anche il passaggio in automatismo a priorità dei diaframmi (posizione A) e la disattivazione di tutti i circuiti dell'apparecchio (posizione L) mentre la ghiera dei diaframmi, sporge sul retro, consente anche l'inserimento dell'automatismo a priorità dei tempi (posizione S). Regolando ambedue le ghiere sulle posizioni di esposizione automatica, si introduce, abbastanza logicamente, l'automatismo programmato.
Le ghiere non sono dotate di blocco di sicurezza, che verrà aggiunto nella successiva versione F401S; su tutte le versioni, invece, l'impostazione dei diaframmi resta affidata alla rotella zigrinata del corpo macchina in via esclusiva, imponendo pertanto il blocco della tradizionale ghiera dell'obiettivo sul valore di minima apertura (posizione arrancione, autobloccante).
A destra delle ghiere si trova il doppio comando di sicurezza (pulsante in gomma nel pannello trasparente e cursore in plastica sul retro della calotta) per disporre di riavvolgimento motorizzato della pellicola, coda inclusa.
Seguono il conta fotogrammi additivo e, sul vertice della voluminosa impugnatura anatomica, nella naturale posizione assunta dal dito indice, il pulsante di scatto elettromagnetico privo di presa filettata per il flessibile.
Il pentaprisma recca la slitta porta accessori universale con contatto caldo standard e contattini supplementari per flash dedicati; ai suoi fianchi spiccano i due pulsanti di sblocco per il sollevamento del lampeggiatore incorporato, non abilitato all'intervento automatico.
A sinistra troviamo soltanto il pulsante gommato dell'autoscatto, ben affogato in una protuberanza della calotta onde prevenire presioni accidentali.






Sul frontale, a sinistra del bocchettone porta ottiche, si colloca il pulsante per il blocco della memoria esposimetrica, mentre sul lato opposto, assieme al pulsante di sgancio dell'obiettivo, troviamo il selettore radiale del modo di messa a fuoco.




Il fondello ospita il foro filettato per il tre piedi e, sotto l'impugnatura,  lo sportellino di accesso al vano batteria contenente quattro stilo da 1,5 volt alcaline. E' possibile anche usare elementi ricaricabili al Ni-Cd per una maggiore autonomia.



Sul fianco sinistro spicca infine il cursore (senza doppio comando di sicurezza) per l'appertura del dorso. Sopra il cursore, è posizionata l'asola metallica rigida per il passaggio della cinghia tracolla.





L'innesto ottiche a baionetta AF consente l'attacco di obiettivi Nikon a fuoco manuale, per i quali però non viene offerta compatibilità a livello di esposimetro.
I diaframmi si impostano direttamente dalla fotocamera (come sulle Nikon più recenti), per cui la ghiera sull'obiettivo dev'essere tenuta bloccata alla minima appertura.





La F-401 monta un buon otturatore elettronico Copal con sincro a 1/100 sec (portato a 1/125sec nella versione X).
Peccato che non esistano tempi meccanici e che la sensibilità pellicola non possa essere impostata a mano. Il dorso non è intercambiabile; in compenso presenta una finestrella in più per il controllo dello scorrimento della pellicola (cerchio rosso).

Lautofocus di prima generazione risulta antiquato: è poco sensibile, a spot singolo, non consente il fuoco continuo e il focus traking e soffre di una notevole lentezza.
Almeno, però, è possibile mettere a fuoco manualmente.


CONCLUSIONI



PREGI.........

Semplicità d'uso
Gamma completa dei modi di esposizione
Alimentazione con batteria stilo
Flash TTL incorporato



DIFFETI.........

Autofocus lento e poco sensibile
Assenza di tempi meccanici
Assenza della presa coassiale
Assenza della presa per scatto flessibile
Assenza del corettore fiso dell'esposizione
Lettura ISO DX non disinseribile
Assenza del controllo visivo della profondità di campo
Incompatibilità parziale con ottiche non AF


Inizio della produzione nel 1987,concorrenti dell'epoca (Canon EOS 650-Minolta 7000-Yashica 230 AF).
Prezzo nel 1987
Solo corpo: L.650.000-reperibile solo in finitura nera.







(Fonte tratta da rivista originale dell'epoca).
(Fotografie coperte da diritti d'autore è vietato l'uso senza autorizzazione).











martedì 8 novembre 2016

NIKON F-90

F-90 esposizione a priorità di autofocus





La radicale innovazione nella determinazione dell'esatta esposizione, che viene scelta anche in funzione della distanza del soggetto. Basta fidarsi dell'inteligenza del computer.....

La nuova F90, una reflex eletronica di ultima generazione.
Le caratteristiche sono così numerose, le possibilità così varie che, elencarle tutte richiederebbe pagine e pagine di dati, opzioni e tratazioni tecniche.
Così, per forza di cose, siamo costretti a partire dal (di più) della F90 rispetto ad una reflex eletronica autofocus completa.
E in effetti in questa reflex c'è tuttao, o quasi, quello che ci si può aspettare: tutti i tipi di esposizione compreso quello manuale, diversi sistemi di messa a fuoco automatica, avanzamento motorizzato fino a 3,5 fotogrammi al secondo; e si potrebbe continuare secondo uno schema oramai conosciuto. Ma cosa propone di realmente innovativo la F90?
Il sistema di messa a fuoco, prima di tutto.
Nelle altre fotocamere la messa a fuoco  leggeva solo una piccola zona al centro dell'inquadratura, nella F90 invece questa zona è allargata, è a forma di croce ( ma è anche possibile selezionare l'automatismo per una lettura autofocus spot ).
In questo modo la rilevazione automatica è semplificata e diventa possibile la messa a fuoco anche di soggetti con linee solo orizzontali, quelli che fanno impazzire le altre reflex; si può innoltre dimostrare prezioso in riprese d'azione.
Il nuovo modulo autofocus, si chiama CAM246, riesce a lavorare anche con livelli d'illuminazione molto bassi, fino a EV-1.
Seconda innovazione significativa; il sistema di lettura dell'esposimetro, che è spot, semispot o matrix.
Il funzionamento è abbastanza semplice: l'area del fotogramma è divisa in diverse zone e su ciascuna viene effetuata una lettura esposimetrica separata.
I dati vengono poi confrontati e l'esposimetro, nello stabilire l'esposizione, può cosi tenere conto anche del contrasto del soggetto.
Il matrix della F90 lavora su otto zone invece che su cinque dei modelli precedenti.
La novità sta nel fatto che il sistema di esposizione interaggisce con l'autofocus.
Con i sistemi tradizionali a zone viene rilevato un forte contrasto e, al massimo, l'automatismo allunga un po l'esposizione per evitare che il soggetto in primo piano risulti sottoesposto.
Nella Nikon F90 invece; l'eposimetro viene informato sulla distanza di messa a fuoco, il che vuol dire che il soggetto in primo piuano sarà esposto correttamente.
Questo nuovo matrix, che si chiama 3D, sembra (almeno sulla carta) sfruttare in modo razionale, integrandoli tra loro, i diversi automatismi delle moderne reflex.
Terzo punto importantae è l'automatismo flash TTL.
Nella F90 per la prima volta la lettura della luce lampo viene fatta all'interno della fotocamera con un sensore multiplo, che effetua letture in cinque zone diverse del fotogramma.
per sfruttare al massimo le nuove possibilità è necessario un lampeggiatore dedicato  l'SB-25 AF.






Quando si preme il pulsante di scatto il flash emette una serie di lampi, pressoché invisibili.
Il computer di bodo viene così informato sia della luce lampo riflessa nelle cinque zone, sia sulla luce ambiente (ci pensa il matrix).
Se in una delle zone viene notata una lettura troppo differente dalle altre, per esempio perche il flash è riflesso da uno specchio compreso nell'inquadratura, la lettura in quella zona viene ignorata.
Così il lampo durante l'esposizione viene dosato perfettamente.
L'SB-25 AF ofre un'altra particolarità, quella di poter sincronizzare tutti i tempi di posa fino ad 1/4000.
Questa prestazione, che finora era stata offerta solo dalla Olynpus, è stata ottenuta facendo scattare una serie di lampi in rapidissima sequenza, così veloce da detterminare in pratica un lampo solo particolarmente lungo.
Per sfruttare al massimo le possibilità della F90 e del suo flash sono necessari nuovi obiettivi, denominati Nikon AF-D: atualmente sono in produzione tre zoom (28/70-35/70-80/200) ma si prevede che nel giro di circa un anno (siamo ad ottobre 1982) tutta l'atuale gamma di AF Nikor sarà trasformata in AF-D.







IL sistema MATRIX 3D per determinare l'esposizione si serve di una serie di dati che solo un cervello elettronico riesce a coordinare nel brevissimo tempo di un ( clic ) eccoli elencati.

1) Dati sulle letture esposimetriche di ognuno degli otto settori
2) Contrasto tra i differenti settori
3) Informazione sulla distanza di messa a fuoco
4) Dati sulla sfocatura, forniti dal sistema AF, durante la composizione dell'immagine e a composizione ultimata.



IL DORSO DATA

Il dorso multifunzione MF-26 della F90 può ampliare le possibilità di ripresa e permette di interfacciarla con un computer


LA NIKON F-90


Il dorso datario applicato alla Nikon F-90

I comandi sono ben posizionati e facili da gestire anche mentre si stà inquadrando. A destra il piccolo monitor dove sono riportati i dati pre impostati e la ghiera multifunzione.

Il passante fisso per il montaggio della cinghia a tracolla Nikon.

Le due leve scorrevoli per l'appertura del dorso.

Il vano batteria (MS-8)

L'impugnatura MB-10 che, oltre ad alimentare la F-90 consente lo scatto per fotografie in verticale attraverso un comodo pulsante posizionato all'estremita sinistra dell'impugnatura stessa. Si può disattivare tramite una levetta coassiale al pulsante di scatto per evitare esposizioni indesiderate.

Il contenitore originale (MS-8) per le batterie stilo da 1,5Vche, viene rimosso nel caso venga montata l'impugnatura verticale MB-10.





























Articolo tratto da rivista dell'epoca con qualche aggiunta personale.

Le fotografie sono esclusivamente di mia proprietà quindi protette da diritti d'autore.
















venerdì 4 novembre 2016

NIKKOR 500mm f.8 A SPECCHIO




Anno di Produzione 1968


I teleobiettivi Catadiotrici, (o a specchio), all'epoca della loro produzione negli anni sessanta erano i più ricercati da parte dei fotografi sportivi e dei naturalisti, per la loro caratteristica compattezza e leggerezza che li rende molto maneggevoli e usabili per sino a mano libera.

Il principio su cui si basano i catadiotrici deriva da quelli utilizzati per l'astronomia.
La luce entra dalla parte frontale e viene riflessa da uno specchio anulare posteriore su un secondo specchio di ridotte dimensioni applicato al centro della parte anteriore.
Quest'ultimo invia i raggi ad un gruppo di lenti posteriore che finalmente li dirigerà sulla pellicola.
In questo modo si è ottenuta la notevole compattezza e leggerezza di questi obiettivi proprio perché i raggi di luce percorrono due volte lo stesso spazzio consentendo di dimezzare la lunghezza degli obiettivi e di conseguenza ridurre il peso.


Queste le caratteristiche del Reflex Nikkor 500 mm f-8

Angolo di campo: 5°
Schema ottico: Combinazione di specchi e 5 lenti
Messa a fuoco: Da 4 metri all'infinito
Montatura anteriore mm 88 di diametro
Montatura posteriore per i filtri mm 39 di diametro 
Attacco a vite per tre piedi
Sblocco per la rotazione della fotocamera di 90°
Dimensioni 93mm X 139mm
Peso 1 kg

Gli obiettivi catadiotri Nikon sono quelli che offrono le migliori prestazioni.
Il 500 f8 è il più apprezzato dai fotografi proffesionisti per la sua legerezza e compattezza nonche la facile messa a fuoco.
I catadiotrici, per il loro costo, sono obiettivi quasi esclusivamente per uso professionale, proprio perche grazie all'impiego di duplicatori basta possedere un 500mm che si ha un 1000mm con una spesa non eccessiva.


Con una Nikkormat FT2 del 1973

I due specchi che riflettono la luce dirigendola, attraverso le lenti, alla pellicola

Il robusto supporto per il tre piedi. A destra al centro il pulsante per la rotazione (di 90°) della macchina fotografica.

L'attacco posteriore per i filtri. (qui è montato un filtro UV L 37c da 39mm)

E' visibile la compattezza del barilotto che determina la sua grande leggerezza.

Il coperchio in pelle del primo tipo. Nella successiva versione dal 1979 è stato modificato con uno in metallo.




Fonte tratta da libri originali dell'epoca 

Le fotografie sono di mia proprietà per cui  protette da diritti d'autore

giovedì 3 novembre 2016

NIKON FE-2





La Nikon FE-2 è stata introdotta sul mercato fotografico nel 1978; a qul'epoca sostituiva la Nikon EL-2 e le nikkormat EL, rispetto alle quali proponeva numerose varianti sia di ordine estetico che puramente tecnico.
Dopo più di cinque anni cioè agli inizi dell' 83 ecco un nuovo modello, la Nikon FE-2, che però non si discosta molto dall'apparecchio che l'ha preceduta e anzi ne ricalca talmente l'aspetto, che a prima vista i due apparecchi potrebbero essere confusi, l'uno con l'altro.
La Nikon FE-2 infatti si riconosce sopratutto per la scritta FE-2 che compare nel frontale in alto a sinistra, mentre sia la disposizione generale dei comandi che le dimensioni sono rimaste invariate.
Solo il peso è leggermente cambiato: la FE-2 è circa 40 g più leggera del precedente modello.
Anche se a prima vista potrebbe non sembrare, sono cambiate parecchie cose e le differenze, a volte un po più evidenti e a volte un pò più nascoste, sono comunque tali da giustificare la nascita di un nuovo apparecchio che sostituisce il primo dopo circa 5 anni; un periodo di tempo piuttosto lungo se si considera il continuo fermento che c'è nel settore delle macchine fotografiche.
La Nikon FE-2 è disponibile sia cromata che nella versione nera.




La disposizione dei comandi è tradizionale e l'impugnabilità dell'apparecchio è molto buona, con i vari comandi che cadono abbastanza razionalmente sotto alle dita giuste.
Sul lato destro, impugnando l'apparecchio come per fotografare, abbiamo la leva di carica dalla linea errotondata, caraterizzata da una corsa breve che può essere effetuata con un unica rotazione di 140°; la stessa leva, quando è sistemata in posizione di riposo, cioè accostata al corpo dell'apparecchio, serve anche per bloccare il pulsante di scatto e prevenire scatti accidentali.
In posizione di lavoro sporge di 30° dal corpo macchina.
Vicino alla leva di carica è visibile una piccola levetta che di solito passa inosservata: spostandola verso il basso blocca il sistema di trascinamento cosicché azionando la leva di carica, è possibile armare l'otturatore senza spostare neanche un po la pellicola; si tratta di una comodità destinata a quei pochi che amano fare le doppie esposizioni in fase di ripresa.
 un po più in su si trova la finestra del conta fotogrammi con numeri ben leggibili, tutti bianchi ad accezione di 1-12-24-36 che invece sono rossi e stanno ad indicare i limiti di lunghezza delle varie pellicole disponibili.
Leggermente spostato sulla sinistra, in posizione molto avanzata , si trova il pulsante di scatto che è di tipo meccanico e richiede una pressione di 350 g per far partire l'otturatore; uno sforzo minore,circa 200 g basta invece per mettere in funzione l'esposimetro che, dopo la presione sul pulsante di scatto, rimane attivato per 15 secondi poi si spegne automaticamente per evitare innutili sprechi di energia elettrica delle pile di alimentazione.
Sulla sommità del pentaprisma vi è la slitta portaflash con i suoi vari contatti elettrici per lo scambio di informazioni da e per la fotocamera, quando si uttilizzano dei lampeggiatori dedicati.
Dall'altro lato del pentaprisma si trova il solito manettino per il riavvolgimento della pellicola, con disposta coassialmente, la ghiera per impostare la sensibilità del film, che serve anche come correttore fisso d'esposizione.
Il manettino di riavvolgimento quando viene sollevato serve anche per l'appertura dell' apparecchiamo, come è oramai abitudine in casa Nikon, vi è un blocco di sicurezza per prevenire apperture accidentali, cosi che per sollevarlo è necessario ruotare in senso antiorario una piccola levetta sistemata coassialmente al manettino stesso.



IL FRONTALE dell'apparecchio è molto pulito e privo di troppi comandi: sul lato sinistro (osservandolo di fronte) si trova solo la levetta dell'autoscatto e quella per il controllo della profondità di campo, mentre sulla destra rispetto al bocchettone porta ottiche, sono visibili solo il pulsante di sblocco delle ottiche e, più in alto, la presa di sincronizzazione del cavetto del flash.
Questa presa è protetta da un tappo a vite che regolarmente si perde o ci si dimentica da qualche parte.





Sul fondo della fotocamera sono ben visibili la presa di forza del winner, i relativi contatti per i gollegamenti elettrici, l'alloggiamento delle batterie, la presa filettata per il cavalletto e il pulsantino per lo sblocco della pellicola.







IL DORSO è asportabile, per montare un dorso data, ed è dotato di una ampia taschina promemoria in cui inserire il talloncino della pellicola che si sta usando.






IL MIRINO è abbastanza luminoso e ben informato pur senza risultare troppo affollato; sulla sinistra è visibile la scala dei tempi di posa, che si trova situata immediatamente al di fuori dai limiti del campo inquadrato, sulla quale scorrono due indicatori mobili: uno verde si sposata in relazione alla ghiera dei tempi, mentre l'altro è un semplice ago che fornisce le indicazioni dell'esposimetro.
Nell'uso in automatismo l'indicatore verde staziona sulla lettera A.
Mentre l'ago indica il tempo di posa impostato dal computerdell'apparecchio; nell'uso in manuale invece indica il tempo raccomandato dall'esposimetro ed è necessario che l'indicatore verde vada a coincidere con esso per poter raggiungere l'esposizione corretta.
Naturalmente l'esposimetro della FE 2 effetua la misurazione della luce ambiente con il diaframma alla massima apertura e risulta accoppiato sia con la scala dei diaframmi che con quella dei tempi.
In alto, un po fuori dai limiti del campo inquadrato, è visibile il valore impostato sulla ghiera del diaframma, che viene letto direttamente sull'obiettivo da un periscopio e relattiva finestrella che si apre nella parte anteriore bassa del pentaprisma.
Questo sistema evita le soffisticazione elettroniche a cui sono ricorsi altri fabbricanti di macchine fotografiche, però presenta un inconvegnente: in condizioni di luce appena scarsa il diaframma non risulta praticamente più leggibile.
A differenza della Nikon FE la FE2 è dotata di un segnale che indica l'ventuale inserimento del correttore fisso di esposizione.
Questa volta infatti il segnale c'è ed è costituito da un indicatore luminoso con i simboli +/-, ben visibile sulla destra, che si accende ogni volta che viene attivato l'esposimetro se il corettore si trova su una posizione diversa da zero.
Lo schermo di messa a fuoco è abbastanza luminoso ed è caratterizzato da una lente di Fresnel molto sottile che fornisce una luminosità molto uniforme sino ai bordi estremi del campo inquadrato; anche la messa a fuoco non crea problemi, comunque essa viene facilitata dalla presenza del solito telemetro ad immagine spezzata (con taglio orizzontale) circondato da una corona di mcroprismi molto sottili.
LO SCHERMO di messa a fuoco è intercambiabile con altri e l'operazione avviene con molta facilità senza dover ricorrere a strumenti particolari ( la sostituzione può essere sffetuata facilmente con le dita) però gli schermi disponibili sono solamente altri due, oltre a quello standard che viene montato di serie sull'apparecchio.
Il campo effettivamente visibile nel mirino corrisponde all'83% dell'immagine che realmente si forma sulla pellicola; Questo valore si discosta sensibilmente dal valore dichiarato dal fabricante nelle caratteristiche teccniche dell'apparecchio (93% del campo inquadrato).



La leva di carica viene azionata con un movimento unico di 140° non è possibile l'avanzamento a piccoli spostamenti consecutivi. In posizione di lavoro la leva sporge di 40°, mentre quando è accostata al corpo macchina blocca automaticamente il pulsante di scatto.




La ghiera dei tempi è azionabile con una certa facilità e serve per impostare, oltre ai vari tempi di posa in manuale, anche l'automatismo a priorità dei diaframmi.
Le varie posizioni sono dotate di fermi a scatto, mentre su A vi è un blocco di sicurezza che richiede la pressione del pulsantino al centro.





La leva della sensibilità è coassiale con il manettino per il riavvolgimento della pellicola; questa ghiera serve anche come corettore fisso dell'esposizione ma per impostarlo è necessario premere il pulsantino prima di ruotare la ghiera.





L'autoscatto è di tipo meccanico e consente un rittardo da 3 a 9 secondi; la levetta dell'autoscatto stesso se premuta verso il bocchettone porta ottiche serve a mettere in funzione il blocco della memoria esposimetrica.





Attraverso questa finestrella nella parte frontale del pentaprisma è possibile vedere, direttamente nel mirino, il valore del diaframma impostato. Questo valore, reso visibile da una specie di periscopio all'interno del pentaprisma, diventa però illeggibile in condizioni di illuminazione scarsa.





La profondità di campo può essere rilevata tramite i riferimenti incisi sulla scala di messa a fuoco dell'obiettivo, oppure direttamente nel mirino premendo questa levetta, che provoca la chiusura momentanea del diaframma del valore impostato.





La sincronizzazione con il lampeggiatore può avvenire tramite il contatto caldo o inserendo il cavetto in questa presa dotata di un coperchio a vite che, regolarmente, viene smarrito.




Per sbloccare e togliere un obiettivo è necessario premere questo pulsante e ruotare poi l'obiettivo in senso orario; questa è una caratteristica Nikon, visto che in tutti gli altri casi per togliere l'obiettivo è necessario ruotarlo in senso inverso.





Per alimentazione sono necessarie due pile da 1,5 volt alloggiate sul fondo.





Questo è l'aspetto esteriore del nuovo e velocissimo otturatore di cui è dotata la Nikon FE2.
Ha le tendine in titanio e permette di scattare fino a 1/4000 di secondo, oltre a sincronizzare il flash elettronico con il brevissimo tempo di 1/250 di secondo.









CONCLUSIONI traendo le somme, si puo tranquillamente dire che la Nikon FE2 è una fotocamera automatica e manuale piuttosto tradizionale sia come impostazione generale che per la maggior parte delle soluzioni teccniche adottate, che comunque vanta un otturatore molto raffinato ( probabilmente il più evoluto tra quelli attualmente esistenti ) e una considerevole precisione dell'esposimetro. Si tratta quindi di una fotocamera di buon livello che però anche in questo caso, come successe a suo tempo con la FE il prezzo è troppo alto ( 750.000 lire con obiettivo 50mm f/1.8 serie E).











(Fonte tratta da rivista originale dell'epoca)


(Le fotografie sono coperte da diritti d'autore, se ne vieta l'uso senza n'autorizzazione dell'autore stesso)