mercoledì 9 novembre 2016

NIKON F 401






Una reflex AF multi-mode con trasporto motorizzato e TTL flash: La F-401 colleziona gli elementi di richiamo dei tardi anni ottanta; peccato che sotto lo smalto il fotoamatore trovi un corpo un pò magro.....









Nikon lanciò sul mercato la sua prima reflex AF nel 1986, rispondendo con sufficiente prontezza all'esperienza di svolta segnata l'anno prima della Minolta 7000. Ma, a differenza della concorrente minolta, che aveva deciso il taglio dei ponti col cambio d'innesto e puntava all'immediata qualificazione del nuovo sistema integrando la gamma con un secondo modello professionale, e a differenza anche di Canon, che covava negli stessi mesi una partenza in quarta verso i nuovi lidi della generazione Eos, Nikon sembrò mostrare in seconda battuta un pizzico di diffidenza nei confronti della tecnologia emergente: la sua seconda reflex con modulo AF integrato, meccanicamente compatibile con le tradizionali ottiche AI, si collocava infatti su una fascia di mercato inferiore rispetto a quella del modello d'esordio, rimandando apparentemente a tempi futuri di maggior maturità dell'autofocus il processo d'aggiornamento del segmento di testa.
La F-401 nasce dunque come una reflex entry level, semplificata rispetto alla F-501 e, nonostante i vari miglioramenti tecnici introdotti, prettamente destinata al mercato amatoriale infatuato dalle novità dell'ora.
 Perché l'autofocus venga esteso in casa Nikon a modelli di interesse professionale come la F-801 o la F4 occorrerà attendere ancora un anno.





ESTETICA E PRATICITA'

In linea con gli altri modelli Nikon della prima generazione autofocus, la F-401 vanta un'estetica moderna e grintosa, basata su un corpo macchina in livrea nera integrale con spigoli arrotondati e ampia protuberanza anatomica col "Giugiariano" filetto rosso ereditato dalla F-3.
Elementi caratteristici sono il piccolo flash sollevabile a parabola scoperta, perfettamente integrato nel pentaprisma, e il secondo logo Nikon riportato sull'impugnatura in grossi caratteri corsivi.
Molto intuitivi nella disposizione e nel funzionamento sono, come vedremo, i comandi, alcuni semi ricoperti da una lastrina trasparente di plastica fumè.
Il dorso non è intercambiabile, ma presenta due finestrelle di controllo con vista, rispettivamente, sul vano caricatore e su un rullo supplementare di trasporto, che permettono di verificare la presenza della pellicola in macchina ed il suo regolare trascinamento.
L'apparecchio è anche provvisto di dispositivi per l'avanzamento automatico motorizzato della pellicola fino al fotogramma effettivo di inizio rullo, sebbene l'avvio dell'operazione richieda comunque una pressione del pulsante di scatto e il trasporto avvenga non senza un quadruplice ( e rumoroso ) solevamento dello specchio a otturatore bloccato.
Il telaio della fotocamera , in pressofusione dall'umilio, è rivestito integralmente di componenti in plastica liscia o satinata, senza finiture in similpelle e con un singolo inserto gommato sulla guancia anatomica per aggevolare la presa; nonostante il largo impiego di materiali di sintesi, il peso del solo corp, a vuoto, sfiora i 650g.


Seconda reflex autofocus di casa Nikon, la F-401 è una fotocamera di classe economica anche se l'eposizione multimodale e il flash sollevabile colpiscono l'occhio. L'ergonomia e l'affidabilità, comunque, sono buone.

Il piccolo flash solevabile a parabola scoperta integrato nel pentaprisma.



I COMANDI


I comandi principali della fotocamera, vale a dire le due ghiere zigrinate gemelle per la regolazione dei tempi e dei diaframmi si trovano a destra del pentaprisma, agevolmente manovrabili con il pollice e l'indice della stessa mano, e leggibili attraverso il pannello di plastica fumè che li ricopre quasi interamente.



La ghiera dei tempi, sporgente sul d'avanti, permette anche il passaggio in automatismo a priorità dei diaframmi (posizione A) e la disattivazione di tutti i circuiti dell'apparecchio (posizione L) mentre la ghiera dei diaframmi, sporge sul retro, consente anche l'inserimento dell'automatismo a priorità dei tempi (posizione S). Regolando ambedue le ghiere sulle posizioni di esposizione automatica, si introduce, abbastanza logicamente, l'automatismo programmato.
Le ghiere non sono dotate di blocco di sicurezza, che verrà aggiunto nella successiva versione F401S; su tutte le versioni, invece, l'impostazione dei diaframmi resta affidata alla rotella zigrinata del corpo macchina in via esclusiva, imponendo pertanto il blocco della tradizionale ghiera dell'obiettivo sul valore di minima apertura (posizione arrancione, autobloccante).
A destra delle ghiere si trova il doppio comando di sicurezza (pulsante in gomma nel pannello trasparente e cursore in plastica sul retro della calotta) per disporre di riavvolgimento motorizzato della pellicola, coda inclusa.
Seguono il conta fotogrammi additivo e, sul vertice della voluminosa impugnatura anatomica, nella naturale posizione assunta dal dito indice, il pulsante di scatto elettromagnetico privo di presa filettata per il flessibile.
Il pentaprisma recca la slitta porta accessori universale con contatto caldo standard e contattini supplementari per flash dedicati; ai suoi fianchi spiccano i due pulsanti di sblocco per il sollevamento del lampeggiatore incorporato, non abilitato all'intervento automatico.
A sinistra troviamo soltanto il pulsante gommato dell'autoscatto, ben affogato in una protuberanza della calotta onde prevenire presioni accidentali.






Sul frontale, a sinistra del bocchettone porta ottiche, si colloca il pulsante per il blocco della memoria esposimetrica, mentre sul lato opposto, assieme al pulsante di sgancio dell'obiettivo, troviamo il selettore radiale del modo di messa a fuoco.




Il fondello ospita il foro filettato per il tre piedi e, sotto l'impugnatura,  lo sportellino di accesso al vano batteria contenente quattro stilo da 1,5 volt alcaline. E' possibile anche usare elementi ricaricabili al Ni-Cd per una maggiore autonomia.



Sul fianco sinistro spicca infine il cursore (senza doppio comando di sicurezza) per l'appertura del dorso. Sopra il cursore, è posizionata l'asola metallica rigida per il passaggio della cinghia tracolla.





L'innesto ottiche a baionetta AF consente l'attacco di obiettivi Nikon a fuoco manuale, per i quali però non viene offerta compatibilità a livello di esposimetro.
I diaframmi si impostano direttamente dalla fotocamera (come sulle Nikon più recenti), per cui la ghiera sull'obiettivo dev'essere tenuta bloccata alla minima appertura.





La F-401 monta un buon otturatore elettronico Copal con sincro a 1/100 sec (portato a 1/125sec nella versione X).
Peccato che non esistano tempi meccanici e che la sensibilità pellicola non possa essere impostata a mano. Il dorso non è intercambiabile; in compenso presenta una finestrella in più per il controllo dello scorrimento della pellicola (cerchio rosso).

Lautofocus di prima generazione risulta antiquato: è poco sensibile, a spot singolo, non consente il fuoco continuo e il focus traking e soffre di una notevole lentezza.
Almeno, però, è possibile mettere a fuoco manualmente.


CONCLUSIONI



PREGI.........

Semplicità d'uso
Gamma completa dei modi di esposizione
Alimentazione con batteria stilo
Flash TTL incorporato



DIFFETI.........

Autofocus lento e poco sensibile
Assenza di tempi meccanici
Assenza della presa coassiale
Assenza della presa per scatto flessibile
Assenza del corettore fiso dell'esposizione
Lettura ISO DX non disinseribile
Assenza del controllo visivo della profondità di campo
Incompatibilità parziale con ottiche non AF


Inizio della produzione nel 1987,concorrenti dell'epoca (Canon EOS 650-Minolta 7000-Yashica 230 AF).
Prezzo nel 1987
Solo corpo: L.650.000-reperibile solo in finitura nera.







(Fonte tratta da rivista originale dell'epoca).
(Fotografie coperte da diritti d'autore è vietato l'uso senza autorizzazione).











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